Archivi categoria: corsi

LEGO e creatività didattica: dalla Duck Challenge al Coding collaborativo

Come annunciato nelle scorse settimane, nei miei prossimi corsi proporrò sempre più frequentemente l’uso dei mattoncini LEGO come una strategia per stimolare la creatività e promuovere la collaborazione, integrandoli all’interno di attività di Escape Game didattico e Coding. Tra le attività che ho deciso di introdurre sia per studenti che per insegnanti vi sarà la “Duck Challenge”, un esercizio introduttivo appartenente al metodo LEGO® SERIOUS PLAY®.

Per rendere questa esperienza accessibile a un numero maggiore di partecipanti durante le sessioni in presenza, ho deciso di fornire i sei mattoncini necessari per la challenge stampati in 3D. Questa scelta non solo facilita la diffusione del metodo, ma permette anche di regalare i set ai partecipanti, favorendo l’uso successivo dei mattoncini in altri contesti didattici e creativi.

Online sono disponibili modelli di mattoncini già pronti per la stampa 3D, ma ho apportato alcune piccole modifiche ai mattoncini per migliorare la stabilità degli agganci tra i pezzi. A breve condividerò i file sorgente per consentirvi di replicare questa soluzione. Per rendere il set di mattoncini simile all’originale, ho acquistato degli occhietti adesivi online e li ho applicati su uno dei mattoncini. Sarà anche possibile, evitando di applicare gli occhi adesivi, di disegnare forme diverse degli occhi in modo che sia possibile far assumere espressioni diverse all’anatra.

L’attività della “Duck Challenge” sarà inoltre propedeutica ai successivi percorsi di formazione sul Coding, in modo che i partecipanti possano migliorare la loro capacità di collaborazione in gruppo. In particolare, una delle attività di Coding previste consisterà nella creazione di un cronometro utilizzando una scheda BBC micro:bit. Questo cronometro, che visualizzerà i secondi sul display della scheda, potrà poi essere integrato direttamente nella “Duck Challenge”, fungendo da timer per i 60 secondi necessari alla costruzione delle anatre. In questo modo, i partecipanti potranno realizzare un’applicazione pratica del Coding, che potrà essere utilizzata per supportare un’attività collaborativa e creativa con i propri studenti.

Ma come funziona la “Duck Challenge”?

La “Duck Challenge” è un’attività introduttiva del metodo LEGO® SERIOUS PLAY® che coinvolge i partecipanti nella costruzione di un’anatra utilizzando sei specifici mattoncini LEGO®. Questo esercizio, apparentemente semplice, rivela la diversità di pensiero e promuove creatività, collaborazione e innovazione all’interno dei gruppi di lavoro.

Perché è utile in ambito formativo

L’attività offre numerosi benefici nel contesto educativo e formativo:

  • stimola la creatività: con un numero limitato di pezzi e un tempo ristretto, i partecipanti sono incoraggiati a pensare in modo non convenzionale per creare la propria versione di una papera.
  • Evidenzia la diversità di pensiero: nonostante l’utilizzo degli stessi sei mattoncini, le creazioni risultano uniche, dimostrando come ogni individuo interpreti e risolva problemi in modo differente.
  • Promuove la collaborazione: condividere e discutere le diverse costruzioni favorisce il dialogo e la comprensione reciproca tra i partecipanti.
  • Introduce il metodo LEGO® SERIOUS PLAY®: serve come introduzione pratica e coinvolgente alla metodologia, preparando i partecipanti a sessioni più approfondite.

Procedura per realizzare l’attività in classe

  1. Preparazione dei materiali: procurare per ogni partecipante un set identico di sei mattoncini LEGO®. Questi set possono essere assemblati utilizzando pezzi che già disponete, oppure stampandoli in 3D o ancora acquistarli già pronti.
  2. Introduzione dell’attività: spiegare ai partecipanti che avranno 60 secondi per costruire un’anatra utilizzando solo i sei mattoncini forniti. Non fornire ulteriori istruzioni o esempi, per stimolare l’immaginazione individuale.
  3. Esecuzione: avviare un timer di 60 secondi e invitare i partecipanti a iniziare la costruzione.
  4. Condivisione e discussione: al termine del tempo, raccogliere tutte le “paperelle” e mostrarle al gruppo. Incoraggiare una discussione sulle differenze tra le creazioni e su come ciascuno ha interpretato il compito.
  5. Riflessione: porre domande come: “Quali sfide avete incontrato?”, “Cosa avete imparato da questa esperienza?” e “Come si collega questo esercizio al lavoro di squadra e alla risoluzione dei problemi?”.

Attività ed esercizi aggiuntivi da proporre

  • Collaborazione di gruppo: dopo l’attività individuale, dividere i partecipanti in piccoli gruppi e chiedere loro di costruire insieme una papera utilizzando un set di sei mattoncini. Questo esercizio enfatizza l’importanza della comunicazione e della collaborazione.
  • Sfida creativa: fornire ai partecipanti un numero maggiore di mattoncini e chiedere loro di costruire un animale diverso o un oggetto specifico, promuovendo ulteriormente la creatività e il pensiero critico.
  • Discussione sulle applicazioni pratiche: dopo le attività, facilitare una conversazione su come le lezioni apprese possono essere applicate in contesti reali, come la risoluzione dei problemi, l’innovazione e il lavoro di squadra.

Sperimenterò e vi farò sapere 🙂

LEGO e didattica: quando i mattoncini costruiscono competenze

 

Ho sempre pensato che i mattoncini LEGO®  riescono a trasformare una lezione in un’avventura di apprendimento fatta di creatività e logica, in passato più volte ne ho esplorato l’uso con entusiasmo mio e dei miei studenti, dai mattoncini fino alla realizzazione di robot con Lego Mindstorms.

Ho cercato di trovare un pretesto per tornare alle origini ed ho disegnato il corso: “dalla creatività alla logica: percorsi STEAM con i LEGO nella scuola”. Un’esperienza dedicata a insegnanti dell’infanzia e della primaria che vogliono coinvolgendo i loro studenti in attività educative che fanno crescere, divertire e imparare. Certamente sono azioni che già vengono svolte dagli insegnanti, ma desidero mostrare quanto ho progettato e trovare un confronto vero e critico in modo che la formazioni diventi un’attività sul campo.

Lavorare con i LEGO® è stato per me anche un ritorno alle origini. Dopo anni passati tra schede elettroniche, robot e laboratori hi-tech, mi sono reso conto che il mattoncino LEGO è sempre rimasto lì, nel cuore di tutte le mie sperimentazioni. Manipolare, costruire e apprendere: la filosofia LEGO ha gettato le basi per il mio approccio alla didattica laboratoriale.

Era da tempo che desideravo ripartire con i mattoncini e quale occasione migliore per dimostrare ancora una volta quanto giocare con i mattoncini possa insegnare?

Svolgerò nel mese di gennaio prossimo l’attività di formazione e tra le metodologie che utilizzerò ci sarà quella del Six Bricks, che consiste nell’uso di sei mattoncini DUPLO colorati per realizzare esercizi che stimolano memoria, creatività, collaborazione e tanto altro. Non avendo sempre i mattoncini originali a disposizione, ho deciso di sperimentare una soluzione alternativa: i mattoncini DUPLO stampati in 3D! Non sono solo un modo per risparmiare, ma anche un’occasione per dimostrare come la tecnologia possa offrire strumenti accessibili e personalizzabili. Online trovate moltissimi modelli, ma dopo diversi tentativi quello che vi allego penso sia il migliore e si agganciano in modo perfetto anche ai mattoncini originali.

Nel corso esploro anche il metodo LEGO® SERIOUS PLAY®, un approccio che porta il gioco su un livello ancora più alto, trasformandolo in uno strumento per pensare, immaginare e risolvere problemi. E poi c’è tutta la parte legata allo sviluppo delle competenze visuo-spaziali e alla progettazione di attività STEAM, dove i LEGO diventano il ponte perfetto tra scienze e creatività.

Spero di condividere alcune immagini delle attività che svolgerò con gli insegnanti e di mattoncini 3D dalle forme inusuali e spero che questa e le future condivisioni possano essere utili.

Se siete curiosi di scoprire di più, seguitemi nei prossimi aggiornamenti.

La strada per un apprendimento creativo è piena di mattoncini! 🙂

Ice breaking – Il forziere del sapere perduto

In ogni percorso formativo o di team building, il primo incontro con un gruppo è un momento cruciale: spesso i partecipanti non si conoscono tra loro e il tempo per instaurare un clima collaborativo è ridotto. La gestione ottimale di questi momenti iniziali può fare la differenza per il successo delle attività successive.

In questo contesto, gli ice breaker, o rompighiaccio, si rivelano alleati preziosi. Il termine richiama le navi che attraversano i mari ghiacciati per aprire il passaggio ad altre imbarcazioni: in modo simile, queste attività aiutano a “sciogliere” le distanze tra le persone, favorendo un’atmosfera rilassata e un’interazione più spontanea. Attraverso il gioco e l’interazione, gli ice breaker permettono di superare le barriere iniziali, stimolando la comunicazione e creando le basi per una collaborazione efficace.

Queste attività, pur nella loro semplicità, sono estremamente versatili: si possono adattare alle caratteristiche del gruppo, alla durata della sessione e agli spazi disponibili. Che si tratti di piccoli team o di grandi platee, di persone con background simili o completamente diversi, un buon rompighiaccio aiuta a creare connessioni e a generare entusiasmo.

Personalmente, amo utilizzare strumenti fisici come scatole con lucchetti e forzieri, che introducono i partecipanti in un’attività di escape game didattico. Questi “scrigni” rappresentano il punto di partenza per un viaggio che combina gioco, collaborazione e apprendimento: si parte con un oggetto fisico, si esplorano percorsi virtuali attraverso enigmi e indizi, per tornare infine allo scrigno di partenza con una nuova consapevolezza.

Recentemente, ho testato questa metodologia con Dirigenti Scolastici, DSGA e insegnanti, riscontrando apprezzamento. L’elemento sorpresa, unito alla dinamicità dell’attività, ha generato curiosità e partecipazione attiva fin dai primi minuti. Questo approccio, che unisce mondo fisico e digitale, è al centro della mia ultima creazione: il forziere del sapere perduto, una versione evoluta della mia escape game box, progettata per rendere ogni esperienza formativa coinvolgente e divertente.

Gli ice breaker, in tutte le loro forme, rimangono un elemento chiave per costruire fiducia, stimolare la curiosità e promuovere il lavoro di squadra. Attraverso questi strumenti, cerco di portare nei miei corsi un’esperienza che unisce creatività e apprendimento condiviso.

Micro-Learning: un nuovo approccio per l’apprendimento moderno

Sono contento nel constatare l’apprezzamento della mia nuova sperimentazione sulla realizzazione di corsi in micro-learning, che come detto nel mio precedente post sono azioni che sto sperimentando da qualche tempo (con altri applicativi) a supporto dei miei corsi in presenza e in Webinar.

Attualmente trovate su Instagram: Google – Like a Pro – tecniche di ricerca per insegnanti

Su richiesta di alcuni amici ho realizzato una pagina specifica su cui potete trovare direttamente i link alle varie lezioni, nella colonna destra del sito trovate il seguente banner che vi conduce alla collezione delle lezioni.

I corsi, in costruzione, di prossima uscita, che ho pensato di pubblicare sono i seguenti:

  • Mind & Time: come gestire studio e tempo – Tecniche di studio
  • Game On! La gamification come strumento educativo – Gamification a Scuola
  • Organizzare il Sapere: applicativi gratuiti per la didattica – Note-Taking per Insegnati
  • Second Brain per gli insegnanti: trasforma la tua conoscenza in azione – Usare il Second Brain
  • Guida all’AI per studenti e docenti: un’alleanza per apprendere – Corso AI per Studenti e Insegnanti (su suggerimento della collega Lucrezia)
  • Coding Express: impara Python in pillole – Programmare in Python
  • Progettazione didattica Agile – Gestire progetti didattici

Anticipo che sto strutturando anche alcuni corsi che riguardano: Arduino e micro:bit

Ovviamente accetto suggerimenti per altri corsi che desiderate.

Perché usare il Micro-Learning?

Il micro-learning, o apprendimento in pillole, credo stia modificando il modo in cui approcciamo la formazione e sto notando che si affianca molto bene ad altri metodi tradizionali di apprendimento. Questo metodo didattico suddivide i contenuti in unità di apprendimento brevi e mirate, rendendo l’acquisizione di conoscenze più accessibile e meno impegnativa. Come suggerisce il nome, il micro-learning si focalizza su piccole porzioni di contenuto, permettendo allo studente di assimilare le informazioni in maniera più efficace.

I vantaggi del Micro-Learning

Uno dei principali vantaggi che noto del micro-learning è sicuramente la sua flessibilità. Questo approccio ritengo possa essere adattato a qualsiasi contesto educativo, dal training aziendale all’aggiornamento professionale, fino alla didattica tradizionale e alla formazione a distanza. Grazie alla brevità delle sessioni, che di solito variano dai 5 ai 10 minuti, gli studenti possono apprendere in qualsiasi momento e ovunque si trovino, semplicemente utilizzando il loro smartphone o computer.

I contenuti utilizzati nel micro-learning, noti come “micro-contenuti”, sono progettati per essere autosufficienti e facilmente accessibili. Questi possono includere podcast, brevi video, infografiche, post sui social media e molto altro. Ogni micro-contenuto ha un focus specifico, rendendo l’apprendimento più concentrato e mirato.

A tal proposito aggiungo che nei prossimi corsi che proporrò aggiungerò link a risorse per approfondire gli argomenti affrontati.

Applicazioni pratiche e limitazioni

Questo metodo è particolarmente efficace in contesti dove è importante la ripetizione e il rinforzo delle competenze, come nel caso del testing di skills o del training aziendale. Tuttavia, questa metodologia presenta anche delle problematiche, soprattutto nel contesto scolastico tradizionale dove non è possibile coprire tutti gli argomenti sviluppati in un anno scolastico, ma può essere utilizzato come aiuto nello di studio.

Nonostante questa limitazione, il micro-learning offre un supporto interessante ai metodi didattici tradizionali. La sua capacità di fornire contenuti brevi, mirati e facilmente fruibili lo rende, dal mio punto di vista, uno strumento prezioso per l’apprendimento continuo e per il lifelong learning…

… ecco perché desidero sperimentarlo 🙂

Spero che questa mia ricerca possa essere utile 🙂

 

Micro-learning – Corso: “Google Like a Pro”

Durante i miei corsi rivolti a studenti e insegnanti, mi viene spesso richiesto un “kit di base” per costruire un percorso di apprendimento personalizzato. Nel tempo, ho sviluppato e perfezionato una raccolta di strumenti essenziali, e tra i più potenti vi è l’uso avanzato di Google, sfruttando keyword e operatori logici per ottenere risultati mirati con efficienza.

Partendo da questa idea di ottimizzazione delle ricerche online, ho deciso di realizzare una serie di contenuti formativi. Questo progetto, nato come un pensiero estivo sotto l’ombrellone e richiesto frequentemente come supporto aggiuntivo ai miei corsi online ed in presenza, si concretizza in piccole “pillole” tecnologiche che condividerò su Instagram. Non si tratta di una rivoluzione, ma di una risposta concreta a un’esigenza reale, e sono molto curioso di sperimentare questa modalità.

Il primo post lo trovate seguendo il link: Micro-learning – Corso: “Google Like a Pro”

Ho già in programma almeno una decina di corsi, ciascuno composto da 30 brevi lezioni—o meglio, suggerimenti—che spero possano rispondere a diverse esigenze formative. Naturalmente, sono aperto a qualsiasi feedback o suggerimento che vogliate condividere.

Seguitemi per scoprire questi micro corsi, che vi guideranno passo dopo passo. Per me, questo formato rappresenta un’ottima opportunità per delineare i temi che approfondirò ulteriormente durante i corsi futuri. Fatemi sapere cosa ne pensate!

Per i colleghi insegnati e studenti: buon inizio di anno scolastico! 🙂