Nel pomeriggio sarò relatore, insieme all’amica e collega Claudia Para, per il corso: Strumenti di condivisione on-line per una didattica inclusiva. L’intento del CTS di Torino è quello di intensificare le attività di formazione soprattutto nell’uso di applicativi di social networking mostrando non solo l’uso della particolare tecnologia, ma anche esempi didattici legati alle singole materie in modo che l’attività di studio del docente sia calata immediatamente nel pratico. Le attività di formazione sono legate a tutti i docenti di ogni ordine e grado, ma poichè l’obiettivo del Centro di nuove tecnologie e disabilità è quello di offrire soluzioni tecnologiche ai colleghi che operano anche sul sostegno l’attività di formazione di questo pomeriggio sarà rivolta ai referenti della Rete per l’inclusione di Torino, in questo modo saranno poi loro promotori all’interno delle scuole di loro competenza promotori di attività di formazione.
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Laboratorio Raspberry Pi – un computer in ogni zainetto
Venerdì 15/05 pomeriggio e Sabato 16/05 in occasione del salone del Libro di Torino sarò presso lo stand del MIUR (STAND T72-U71 pad./pav. 3) per condurre i laboratori Raspberry Pi che in realtà saranno da me configurati più come incontri informali dove i partecipanti potranno porre domande o seguire le mie chiaccherate sull’uso delle tecnologie didattiche. Come probabilmente molti colleghi e studenti sapranno, le performance grafiche e di calcolo permettono di utilizzare Raspberry Pi in ogni tipologia di scuola e risulta un’ottima soluzione per realizzare laboratori di informatica a costi molto contenuti. Per le sue caratteristiche mi piace pensare a Raspberry come ad un sussidio didattico aggiuntivo da aggiungere allo zainetto dello studente.
Il laboratorio cercherà di mostrare come utilizzare questo strumento in diversi ambiti disciplinari con esempi pratici, che vanno dalla sperimentazione del coding per il miglioramento delle competenze logiche/matematiche o allo sviluppo di metodologie didattiche che fanno largo uso delle tecnologie come ad esempio la flipped classroom.
Mi renderò quindi disponibile, a quanti lo vorranno, nel mostrare come utilizzare Raspberry, come configurarlo, darò indicazioni su come progettare un laboratorio basato su questo piccolissimo computer e mostrerò inoltre alcune sperimentazioni che vanno dalla costruzione di portatili a bassissimo costo all’uso di Arduino su Raspberry e altro ancora. Vorrei inoltre presentare, se riuscirò ad organizzarle in queste serate, alcune sperimentazioni sull’uso delle tecnologie indirizzate ad allievi con bisogni educativi specifici.
Vi aspetto quindi al Salone 🙂
Un caro saluto.
La Flipped Classroom – Mettiamo la didattica tradizionale a testa in giù – le slide del corso
Ma perché proprio la flipped classroom?
Insegno una materia tecnica, in cui il laboratorio è essenziale e mi sono accorto qualche anno fa, da quando incomincia a sperimentare l’uso della robotica in classe, che le metodologie che adottavo per recuperare competenze logiche matematiche o che mi servivano per insegnare ad imparare attraverso il fare, erano molto vicine alle azioni svolte nella metodologia “flipped classroom” la mia azione poteva essere paragonata ad una metodologia “almost flipped classroom”, in altro modo una “quasi classe rovesciata”.
Alla mia azione mancavano alcune componenti di interazione on-line che non potevo effettuare in quanto qualche anno fa non tutti i miei allievi avevano un accesso ad internet.
Oggi (ultimi due anni) posso, senza alcun vincolo tecnologico, applicare la metodologia flipped.
La sperimentazione in laboratorio è un’attività che ho sempre svolto e ben si presta a sperimentazioni di flipped classroom in quanto ogni attività di sperimentazione necessita della componente di studio teorico che può essere strutturata attraverso strumenti di carattere tecnologico: video, lezioni on-line, esercizi, simulazioni a computer ed altro da svolgere a casa, mentre la parte di sperimentazione viene svolta in classe, sperimentazioni a livello di gruppo classe che strutturo seguendo il modello esposto nella presentazione: Scienza ed automazione – modulo ROBOTICA e che in questi anni ho migliorato.
Ogni attività di sperimentazione in classe ha una parte di discussione collettiva in cui si analizzano criticità della sperimentazione effettuata e molto spesso mettono in mostra carenze teoriche che devono essere spiegate anche in presenza, il processo iterativo di studio a casa, sperimentazione in classe e discussione e successivi approfondimenti da svolgere on-line porta, per “raffinamenti successivi” al raggiungimento della competenza.
Ritengo che l’attività del “fare” in classe inteso come laboratorio, certamente è la componente più importante, perché tende ad allontanare la passività di fruizione della lezione che si avrebbe in un classica lezione frontale.
Inoltre il confronto continuo tra pari, con l’azione guidata del docente consolidano abilità e competenze.
Progettare il proprio apprendimento a casa, sotto la guida del docente, rende consapevoli del proprio percorso di crescita ed allontana atteggiamenti di sfiducia.
Il docente diventa l’organizzatore di un processo di apprendimento, insegna ad imparare e ad organizzare.
Certamente attività che vanno al di fuori della tradizionale didattica vengono viste da alcuni colleghi come fantasiose o bizzarre e sicuramente sono difficili da sostenere da soli, ma i risultati positivi ottenuti, perseguendo strade “diverse”, incomincia ad essere accettate, ed in ogni caso se l’obiettivo è la felicità degli allievi perché non provarci? 🙂
In allegato le slide del corso.
Starter kit del docente hi tech – le slide del corso
Nel pomeriggio di oggi e di venerdì 18.04.15 sarò relatore per il corso per i docenti neo immessi in ruolo della provincia di Torino. Parlerò di tecnologie didattiche.
Tre ore di lezione così suddivise:
- 1 ora in cui mi mettendomi nelle condizioni del docente che non ha nessuna competenza tecnologica ed ha necessità di incominciare a conoscere gli strumenti di base per rendere più efficace il proprio lavoro ed essere in grado da solo di costruire un proprio Personal Learning Network che sfrutterà a sua volta per apprendere anche le tecnologie.
- 2 ore di pratica in laboratorio in cui si prenderà dimestichezza con la piattaforma di formazione on-line Edmodo da utilizzare come supporto alla formazione e alle sperimentazioni di progettazione didattica utilizzando gli applicativi illustrati nella prima ora.
Corso di Scratch – Lezione 2
Nel pomeriggio del 16/4 svolgerò la seconda lezione del corso di Scratch.
In questa lezione mostrerò come realizzare un semplice gioco con lo scopo di vedere nel dettaglio come muovere gli sprite sullo stage, come fare interagire gli sprite tra loro, come inviare messaggi tra script diversi, utilizzo di variabili e approfondimento sul controllo di flusso.
In allegato le slide che utilizzerò durante la lezione.
Ho ricevuto in questi giorni diverse mail da utenti che mi chiedevano le soluzioni agli esercizi allegati al fondo di ogni presentazione. Le pubblicherò sicuramente, ma a causa dei miei numerosi impegni a scuola e in corsi di formazione non riesco ad essere celere, perdonate, pian pianino riuscirò.
Risposte ad alcune richieste giuntemi via mail
Domanda
Posso usare nei miei corsi le tue slide?
Risposta
Assolutamente sì, per la didattica liberi di farne ciò che volete.
Domanda
Realizzerai un corso specifico per allievi con bisogni specifici?
Risposta
E’ già realizzato, ma ho necessità di apportare alcune modifiche in quanto dalla sperimentazione ho notato che l’approccio deve essere differenziato in modo opportuno.
Pubblicherò tutto nel corso dell’anno.
Domanda
Potresti realizzare una serie di esercizi che possiamo utilizzare in classe?
Risposta
Sì incomincerò con la soluzione agli esercizi di questo corso. Trovate comunque tantissimo sul sito di riferimento di Scratch.
Domanda
Pensi che i nuovi docenti debbano saper usare Scratch?
Risposta
In generale non solo per i nuovi. Scratch è uno strumento che ritengo utile per insegnare a pensare, in altro modo permette di realizzare attività che vanno sotto il nome di tinkering, quindi, sì è tra gli strumenti che metterei nel “kit degli strumenti del docente”, ma non è il solo.
Giusto per sfatare alcuni miti: “non si diventa più intelligenti se si usa il coding”, ma certamente è uno degli strumenti che può aiutare nell’insegnare a strutturare un pensiero critico ed analitico.
Come sempre grazie a tutti.
Un caro saluto.