Archivi categoria: i miei allievi

Carnevale della matematica: lettera ai miei studenti demotivati


Bignami del percorso di vita di un informatico/elettronico/cuoco e molte altre cose che mi divertono.

L’argomento del 45° Carnevale della matematica: “Teoria della computazione, storia del pc e dintorni”, ha creato in me un flashback che mi ha ricordato il modo con cui io ho vissuto l’evoluzione dell’informatica. Ricordo il ragazzino che guardava attraverso le vetrine delle nascenti software house, allora piccoli negozietti dove oltre alla vendita dei primi computer e software ci si ritrovava per sperimentare “vero smanettamento” saldatore stagno e programmazione. Ricordo gli occhi sbarrati su uno Sinclair ZX81 che poi mi fu regalato per la comunione e ancora uno dei miei primi programmi su di esso realizzati, un Arkanoid. Ricordo la meraviglia di programmare in basic su un Apple II o ancora l’emozione di usare un’interfaccia grafica e un mouse su un Macintosh 128… quanto tempo è trascorso da allora
… e quanto vidi la prima pagina web

basta altrimenti divento mieloso…

tutto ciò per dire che la meraviglia e la scoperta ha guidato la mia crescita, anche informatica. Allora si aveva, almeno io, la percezione di vivere un momento importante per la storia della tecnologia informatica, studiare all’università sugli RFC scritti pochi anni prima, in alcuni casi mesi prima, documenti su cui venivano riportate nuove ricerche e innovazioni in campo informatico che poi, vagliate da altri enti, potevano diventare degli standard ad esempio la suite dei protocolli di rete TCP/IP. Tutto ciò dava la sensazione di essere sulla cresta del sapere informatico.

E quella meraviglia e quella voglia di scoperta, dal click del primo mouse allora, alla programmazione su un iPhone oggi, mi ha sempre costretto (piacevolmente) a pormi domande e sperimentare, questo è stata la salvezza per il mio cervello che mi ha permesso negli anni di fare lavori che mi soddisfavano anche economicamente.
Oggi sono anche insegnante ed ho la presunzione di dire (mi viene dall’età… perdonate) che tutto ciò che serve per raggiungere i propri obiettivi sono solo 3 cose:

1. meraviglia e voglia di scoperta
nulla di più!

non esiste nulla di complicato, tutto è scritto, tutto è codificato è necessario solo un po’ di tempo per capire ed unire i tasselli che completano il quadro, costa fatica lo so, ma se vi fa sentire esploratori, ricercatori… smanettoni vi riempirà di gioia e la fatica scomparirà.

Questo il primo insegnamento che ogni volta cerco di trasmettere ai miei allievi.

Capito questo il secondo passo è più complicato:

2. umiltà di capire di non sapere

L’arroganza è un male diffuso e va sconfitto solo con un insegnamento intelligente che si acquisisce con l’esperienza e con i consigli dei buoni maestri… ma soprattutto con tante “bastonate” psicologiche ricevute durante la vita.

3. precisione e pignoleria

E’ una fase semplice basta eseguire ed analizzare ogni passo (andare a passo uno) del proprio processo di apprendimento analizzandone ogni aspetto, solo in questo modo si può poi raggiungere la visione d’insieme, quella dell’intero progetto.

Nota:
questo tipo di attegiamento ci salva contro il potenziale arrogante il classico “so far tutto io e tu non capisci nulla” essere umano che purtroppo si riproduce velocemente.
Quando acquisite precisione ma anche pignoleria avrete la sensazione di Neo, l’eletto di Matrix, quando scopre di riuscire a dominare la matrice… sarete in grado di dominare il vostro sapere.
Ricordate che tutto ciò potrebbe crearvi qualche problema relazionale, molte persone hanno paura dei “dominatori della matrice” non amano che gli si faccia notare di essere superficiali, soprattutto perché sanno di esserlo, sanno che siete persone precise e per questo potrebbero odiarvi e crearvi problemi, ma tanto se avrete compreso i passi 1, 2, 3 gli arroganti vi “faranno un baffo” avrete già “dominato la matrice“. Per capire l’arrogante e la sua stupidità vi consiglio di leggere queste 20 pagine:

Le leggi fondamentali della stupidità umana – Carlo M. Cipolla

vi servirà, disegnerete meglio i vostri programmi di vita.

Non serve altro!

Credo chè questo tipo di approccio al sapere, molto pragmatico ed analitico possa risolvervi molti problemi, come ad esempio:

  • mancanza di voglia di studiare
  • depressione da insuccesso scolastico
  • odio nei confronti dell’incapace che non sa insegnare
  • mancanza di denaro
  • i problemi del branco, ovvero i problemi relazionali tra adolescenti in cui molto spesso non è l’intelligenza a guidare le azioni di gruppo ma “l’istinto riproduttivo”.

Ma cosa centra tutto ciò con l’informatica?
Questa è informatica!

Questi 3 passi vengono prima delle strutture IF THEN ELSE, dei WHILE o delle CLASSI, senza queste tre regolette nessun programma, anche di vita, non potrà funzionare, mettetela così sono gli include da inserire prima di ogni cosa quelli che ho chiamato i “life include”:

#include (meraviglia.h)
#include (precisionePignoleria.h)
#include (umilta.h)

tutti i .h sono definiti da un’altra parte, come giusto che sia e potrete perfezionarli e migliorarli ogni volta durante la vita, tanto sono inclusi ogni volta nel vostro nuovo progetto di vita, vedrete il programma funzionertà 🙂

E queste quattro righe di programmazione dovevano concludersi a questo punto, ma poi mi son ricordato di un paio di estensioni di sistema che a me son sempre servite…

Le New frontiers function

04. rendete Open Source il vostro modo di apprendere e lavorare

Durante la vita mi sono accorto che i 3 include che inserivo in ogni progetto molto spesso non erano sufficienti, alcune volte i processi generati creavano situazioni di deadlock, ovvero quella situazione che si viene a creare quando due o più processi si bloccano aspettando che uno esegua una certa operazioni che serve anche all’altro e viceversa.
Capita sempre, le tue scelte hanno delle dipendenze o meglio sono funzioni che si aspettano dei valori passati da altre funzioni, funzioni molto spesso non realizzate da voi e mal progettate… la vostra vita dipende dalle scelte di altri, collaborate e condividete il più possibile eviterete che i processi di vita si blocchino aspettando “valori” che mai arriveranno.
I migliori risultati li otterrete condividendo la vostra conoscenza, non abbiate paura e inevitabile che qualcuno vi ruberà delle idee, ma la vostra apertura mentale sarà in grado di costruirne altre 100 e le migliori saranno quelle che nascono dalla condivisione con altre persone.

Quindi:
#include (openSorce.h)

05. sognare non è un errore

aggiungete:
#include (dream.h)

Ricordate ogni giorno di rivedere il codice all’interno di dream.h, all’interno aggiungeteci una funzione casuale che attinge dalle vostre esperienze passate, quando eseguite il programma potreste ottenere un’esplosione frattale fatta di idee inaspettate e stupende.

Bene!
Per programmare è indispensabile incominciare bene, impostate:

#include (meraviglia.h)
#include (precisionePignoleria.h)
#include (umilta.h)
#include (openSorce.h)
#include (dream.h)

Sognate, programmate e costruite ragazzi!
E la cosa più bella.

Tai nasha no karosha (vulcaniano)
Lunga Vita e Prosperità (italiano)
🙂

Wikibooks: sezione elettronica pratica

Oggi ho risposto a Loris R. in merito alla richiesta di risorse per lo studio dell’elettronica, tra i consigli il noto All About Circuits, ma anche la nascente sezione Elettronica di Wikibooks, in particolare l’area Elettronica pratica che può esserre utilizzate come supporto allo studio.

L’obiettivo di questo testo è quello di spiegare la funzione dei circuiti elettronici, dei loro componenti, nonché la loro progettazione. Questo testo comprende i componenti dei circuiti elettronici, l’analisi in corrente continua CC, e l’analisi in corrente alternata CA.
Dovrebbe tornare utile agli hobbisti così come alle matricole di ingegneria, insegnando tanto la teoria quanto le applicazioni pratiche.
Dovrebbe essere considerato un progetto associato agli articoli di Wikipedia di elettronica. Mentre Wikipedia tratta molti dettagli della tecnologia impiegata nei componenti elettronici e affini, il testo di elettronica abbraccia una quantità di aspetti “fai da te” che non sono trattati in una enciclopedia. Il testo si concentra su come usare i componenti per costruire circuiti utili.

Saldare è semplice, ecco come fare!

Vuoi imparare a saldare?
Vuoi realizzare delle ottime saldature?
Vuoi insegnare ad altri come saldare?

Sono felice di annunciare che ho realizzato la traduzione in italiano di:

Soldering is Easy (Saldare è semplice)
(seguite il link per prelevare la versione in italiano)

un fumetto che insegnerà a chiunque le basi della saldatura.

Sette pagine che spiegano in dettaglio come fare una buona saldatura anche a chi non ha mai saldato!

Il lavoro originale in lingua inglese è stato curato da:

Pagina di riferimento: http://mightyohm.com/soldercomic

Il fumetto in inglese (ed altri argomenti molto interessanti) sarà incluso nel libro: How to Make Cool Things with Microcontrollers (For People Who Know Nothing) di prossima pubblicazione.
Il libro è stato realizzato da Mitch Altman e Jeff Keyzer edito da No Starch Press.

Il fumetto è rilasciato sotto licenza Creative Commons (Attribution-ShareAlike), quindi si è liberi di insegna con questo fumetto, tradurlo, usalo, diffonderlo, coloralo ed è fondamentalmente fare tutto ciò che vi pare!

Robot Pet Therapy: costruiamo un drawdio


Recentemente mi è capitato di partecipare ad una riunione presso il Dipartimento di Informatica di Torino, in merito alle possibili soluzioni elettroniche/informatiche in campo educativo per un progetto legato ad alcune attività presso un museo di Torino. Poiché l’invito mi è arrivato improvviso e visto che recentemente sono entrato a far parte del CTS di Torino, ho pensato di illustrare brevemente il mio tentativo di recupero adottato tempo fa con un allievo con un profilo autistico utilizzando “l’elettronica creativa”

Ho mostrato due dispositivi:

  • un drawdio realizzato con un NE555
  • un secondo di cui ve ne parlerò tra qualche giorno in quanto in fase di miglioramento da parte di alcuni miei allievi.

Le due sperimentazioni fanno parte del progetto di Robot Pet Therapy

Drawdio

La parola Drawdio deriva dall’unione delle due parole:

  • (to) Draw: disegnare
  • Audio

è un dispositivo in grado di produrre suono mentre si disegna ed il suono emesso è funzione della quantità di grafite presente sul foglio.
Oltre ad emettere suono mentre si disegna e possibile realizzare varianti del dispositivo per suonare con l’acqua oppure “sentire” i diversi suoni emessi da diversi materiali, in realtà ciò che percepiamo e la variaione di resistenza che sussiste tra gli elettrodi e il materiale.
Il dispositivo ha degli impieghi interessantissimi soprattutto in un contesto educativo.

Prima di continuare vi invito a vedere i filmati che seguono:

Il sito di riferimento è: http://web.media.mit.edu/~silver/drawdio/ su cui trovate esempi e se desiderate anche un PCB per la realizzazione del circuito stampato, io ho utilizzato una basetta millefori e in cira 30 minuti ho saldato e realizzato il primo prototipo mostrato in questo articolo.

Come spesso ho avuto modo di affermare gli attegiamenti di protobullissmo in una classe creano scarso legame tra gli allievi e spesso mi è capitato di vivere in classi in cui si formano fazioni e forti rivalità.
Per spezzare questo attegiamento diseducativo tempo fa, con l’aiuto di un allievo diversamente abile abbiamo realizzare un drawdio che ha risolto alcuni problemi, il rendere “suono” i disegni ha incuriosito immediatamente e coinvolto l’intera classe e l’allievo diversamente abile è diventato “protagonista” inoltre. Ho anche sfruttato il dispositivo per creare una catena umana “resistiva” che suonava tutta insieme, questa semplice azione stranamente a incominciato ad aggregare il gruppo classe.
Stringere la mano, toccare la punta del naso o il braccio del compagno di classe per emettere un suono e qualcosa che tocca la sfera personale, ma credo che abbia fatto nascere in loro la consapevolezza di essere individui essenziali per emettere suono e quindi appartenenti ad un gruppo che crea.

Ma come funziona e come si realizza un drawdio?

Schema elettrico e componenti:

Schema di montaggio:

Se non vi occupate di elettronica non è importante capire tutto, potete limitarvi ad acquistare i componenti e saldarli insieme seguendo lo schema elettrico indicato sopra.

Per chi volesse saperne di più questa è la spiegazione.

Per poter emettere il suono durante il disegno bisogna collegare due elettrodi uno alla mina della matita ed uno sulla struttura della matita, toccando con un dito la traccia della matita e con l’altra mano tocchiamo la struttura della matita viene inserita tra i due contatti una resistenza elettrica che varia in funzione della distanza tra il dito sulla traccia e lo spessore della traccia, la variazine di resistenza viene utilizzata per variare la frequenza della nota emessa dal dispositivo.

Affinchè si possa produrre il suono la traccia sul foglio non deve avere interruzioni.

Il circuito elettrico non è altro che un generatore di nota modulabile in frequenza realizzato con un NE555 in configurazione astabile dove però e stata modificata la rete di temporizzazione tra il piedino 7 (discharge) e il 2 e il 6 (trigger e threshold) inserendo la resistenza variabile costituita dalla la matita e dal tratto di grafite.
Non mi dilungherò sul funzionamento interno dell’NE555, (probabilmente lo farò più avanti) è sufficiente per questa spiegazione ricordare che la frequenza del segnale rettangolare dipende dalle resistenze R2, R3 secondo la seguente formula:

[pmath size=16]f=1.44/C3*(R2+2*R3)[/pmath]

Impugnando la matita e collegandola come indicato nello schema (CORPO, PUNTA) e toccando con un dito dell’altra mano la traccia disegnata sul foglio viene inserita una resistenza variabile in serie alla resistenza R3, ciò consente di far dipendere la frequenza del segnale emesso dal tocco del nostro dito e dalla posizione della matita e dallo spessore della matita, infatti maggiore spessore della grafite equivale a minore resistenza, minore spessore della grafite equivale a maggiore resistenza.
L’uscita (pin 3) è collegata ad un piccolo altoparlante da 8 Ohm mediante un condensatore di disaccoppiamento che ha la funzione di bloccare la componente continua nel caso in cui l’oscillatore si fermi.
Quindi disegnando con la matita udiremo un suono che varia di tonalità, suono che si interromperà non appena solleviamo la matita.
Nel circuito ho aggiunto un LED per visualizzare l’accensione del circuito.

La leggenda di Moore

Ringrazio Sax, l’amico di avventure informatiche, sperimentazioni e mille altre cose, per la segnalazione di:

La leggenda di Moore
Nota di approfondimento al capitolo 26
di L’umanità dell’internet

di

Giancarlo Livraghi
gian@gandalf.it
luglio 2001

Ottima lettura che giro ai miei studenti.

La cosiddetta “legge di Moore” non è una legge. Cioè non è un principio scientifico che sia stato enunciato come tale – o che abbia conferma nell’osservazione dei fenomeni.

È una delle tante affermazioni che circolano (sull’informatica come in altre materie) trattate universalmente come “verità rivelata” e continuamente ripetute senza verificarne l’attendibilità. E per di più interpretate in vari modi che nulla hanno a che fare con il loro reale significato…

continua la lettura su gandalf.it.