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Guida rapida DidUP – registro elettronico

Rendo disponibile le slide di presentazione del software del registro elettronico di ArgoSoft. Il tutorial è dedicato agli insegnanti dell’IIS Galilei Ferrari di Torino (istituto presso cui insegno) e rientrano nelle attività di informazione dell’animatore digitale e dello staff di dirigenza ed hanno come obiettivo l’ottimizzazione dei processi didattici amministrati dell’istituto volti anche alla dematerializzazione dei documenti e al miglioramente nella comunicazione con l’utenza (famiglie e studenti).

In alcune slide vi sono riferimenti diretti al nostro istituto, ma tralasciando la prima parte di accesso al sistema, la presentazione potrà essere utilizzate anche da insegnanti che non fanno parte del nostro istituto.

In qualità di animatore digitale, durante le prossime settimane verranno rese disponibili altri manuali dedicati alle gestione elettronica della classe e della comunicazione con le famiglie.

Pocket C.H.I.P. tra le mie mani

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Mi ero ripromesso di scrivere un post sulle funzionalità di Pocket CHIP che mi è stato consegnato la settimana scorsa, avevo aderito alla campagna di raccolta fondi su kickstarter l’anno scorso. Poiché sono in “modalità vacanza” 😃 questo che leggete non sarà un tutorial ma semplicemente una descrizione veloce dell’oggetto, più avanti scriverò articoli di approfondimento i cui vi parlerò delle applicazioni precaricate, coding su C.H.I.P., creazione di dispositivi IoT e molto altro, nel mentre vi rimando al sito di riferimento su cui potete trovare descritte tutte le funzionalità. Il dispositivo è un PC Linux a tutti gli effetti al suo interno trovano posto un scheda CHIP il microcomputer da 9 dollari che già posseggo da tempo e di cui mi sono giunti pochi giorni fa le schede adattartici VGA e HDMI per il collegamento al monitor. C.H.I.P. ha funzionalità simili a quelle di un Raspberry Pi Zero, quindi come per il concorrente certamente utilissimo nella didattica.

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Perché attratto da Pocket C.H.I.P.?
Immaginavo giovani studenti con un simil Game Boy Linux riprogrammabile nello zainetto.

Caratteristiche:

  • Processore Allwinner R8 Cortex A8 da 1 GHz con una GPU Mali-400
  • 512 MB RAM
  • 4GB NAND flash (quindi assente microSD)
  • 802.11 b/g/n Wi-Fi + Bluetooth 4.0
  • Video Output – jack da 3.5mm per il composito e l’audio mentre HDMI e VGA disponibili con schede adattatrici
  • Una porta USB host, una micro USB OTG
  • Due file di connettori per aggiunta di schede
  • Alimentazione da 5V attraverso la micro USB OTG o batteria
  • Dimensioni della sola scheda CHIP – 60 x 40 mm
  • Sistema operativo Debian

Tra le app disponibili Chromium, LibreOffice e Scratch e molte altre.

Inserendo la scheda CHIP dietro alla struttura Pocket trasformiamo CHIP in un computer Linux portatile.

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Caratteristiche:

  • Schermo touch da 4.3 pollici (480×272)
  • Tastiera QWERTY
  • Batteria da 3000 mAh (autonomia abbastanza lunga circa 5 ore)

E se desiderata interagire con il mondo esterno disponibile un connettore GPIO 8 connettori GPIOs, 1pin PWM, SPI, TWI (I2C), UART, MIPI-CSI, LCD output, Touchpanel input.

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Per approfondimenti:

Cosa farne ora?
Date uno sguardo alla sezione Projects e date sfogo alla vostra fantasia da Maker. 🙂

Io invece tra breve riabilitazione al mare 🙂 e nello zaino il mio Pocket C.H.I.P.

Buone vacanze a tutti 🙂

Appunti: perché avere un blog di classe

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Ricordo che durante una delle lezioni svolte per i colleghi neo immessi in ruoli una delle obiezioni alla realizzazione di un blog di classe stata:“ma perch dovrei usare un blog per comunicare con i miei studenti? Non meglio parlare con loro in presenza in classe?”

Ho di seguito elencato 7 motivi che non ho incluso ancora nel mio Starter kit per docenti hi tech v.02 di cui ne far sicuramente una nuova edizione nei prossimi mesi aggiungendo proposte di attivit pratiche e sviluppo di argomenti che mi sono stati suggeriti dai colleghi.

Pensieri annotti al volo sul mio Evernote, li copio ed incollo cos come sono stati scritti.

Perch avere un blog di classe

1. uno strumento utile ai genitori per conoscere le dinamiche didattiche e comprendere come i figli vivono la scuola. Una delle lamentele che maggiormente riscontro da parte dei genitori proprio la scarsa comunicazione da parte dei figli in merito alle attivit svolte, alla domanda: “che cosa hai fatto oggi a scuola?” la risposta da parte dei ragazzi nella maggior parte dei casi : “nulla” e “nulla” un po’ pochino 🙂 in 6 ore di attivit giornaliere.

2. Il blog inevitabilmente offre agli studenti l’opportunit di condividere i loro pensieri con linsegnante. Gli allievi hanno necessit di tempi che vanno oltre quello disponibile a scuola. Non sempre possibile per lo studente articolare una conversazione estesa durante la lezione. Disporre di un luogo dove lo studente pu ampliare quanto discusso in classe uno dei modi migliori per effettuare un’analisi approfondita e critica, un’azione che favorisce lo studio ed il ricordo.

3. Avere un blog un ottimo modo per mantenere un diario di tutte le attivit svolte con i propri ragazzi, certamene esiste il registro personale dell’insegnate, ma su di esso non possibile ricordare lo sviluppo preciso di un’attivit soprattutto se necessario ricordarlo a fine anno scolastico. Utilizzare un blog pu aiutarci a sviluppare un piano didattico migliore per il nuovo anno scolastico.

4. Diventare autori di un blog fornisce agli studenti un pubblico reale che legge ed eventualmente critica un progetto, quindi si va oltre i confini del foglio di carta o del confronto in presenza nella sola classe.

5. Azione semplice ma utilissima: un blog di classe potrebbe fornire a genitori e studenti il calendario di eventi e compiti.

6. Per uno studente mantenere un diario permette di percepire la consapevolezza del proprio apprendimento rilevando progressi e cambiamenti di punti di vista, uno strumento che evidenzia su una scala temporale l’aumento delle proprie competenze.

7. Un blog pu essere il primo passo per costruire un e-portfolio e quindi mantenere aggiornato il proprio curriculum.

I genitori che insegnano ai propri figli a programmare

E’ fantastico come i figli, ma anche gli allievi ti diano motivo di studio e spesso questa azione giustificata da un deficit dovuto ad una carenza del nostro sistema scuolache va ad una velocit certamente inferiore a quanto svolto in altri stati europei. E’ interessante ad esempio come “l’onda del coding” in Italia sia giunto circa una paio di anni dopo agli Stati Uniti e all’Inghilterra, ora il motto : “W la programmazione” 🙂 basta pensare ad esempio a quello che sta succedendo con micro::bit(che avr la fortuna di usare nelle prossime settimane)nella scuola inglese cosa credo “fantascientifica” da noi,ma in ogni caso nulla di male, l’importante agire per i nostri allievi e cercare sistemi di innovazione didattica che possano pi agevolmente inserirlinel mondo del lavoro.Come genitore spessissimo cerco di “raffinare” quanto gi svolto dai miei figli a scuolee come ogni genitori cerco di aggiungere elementi, a mio avviso essenziali,che per carenze “strutturali”non vengono svolte a scuola.
Mi capita molto spessodi confrontarmi con amici genitori che chiedono i consigli pi disparati:il migliorIstituto in cui iscrivere il figlio, il miglior indirizzo di studio o ancora lamentele o elogi sul tal collega o su un metodo didattico, insommami sento un po’ il parafulmine della situazione e caricato di responsabilit in quantoparliamo del futuro di bambini e ragazzi, ma in ogni caso anche se faticoso, il confronto utile e permette di migliorarti, bello poi quando ricevi mail come quella di Francesco Lacchia, che con il suo contributo attivo cerca di donare ai propri figli, ma anche ad altri qualcosa di pi.

Questa la sua e-mail in merito all’articolo Insegnare ai bambini a programmare:

Mi sto documentando per insegnare un po’ di programmazione ai miei bambini (8-10 anni).

In merito al tuo articolo in oggetto, ho tradotto l’info-grafica in allegato. Se vuoi inserirla nel tuo articolo per chi non ha dimestichezza con l’inglese… e forse proprio chi avrebbe bisogno di essere edotto su questi temi, spesso anche a digiuno di inglese.

Purtroppo vedo che anche molto del materiale interattivo che si trova on-line arriva da oltreoceano e non ha versioni in italiano. Questo un po’ un limite per i bambini italiani. Infatti mi piacerebbe creare un sito per insegnare questi temi ai bambini… ma solo un’idea embrionale… si vedr. Intanto quest’estate metter sotto Sara e Andro come cavie 🙂

Ciao e grazie per tutto il tuo materiale, le idee che fornisci ed induci!

Francesco

Un sincero grazie a Francesco.

Questa l’infografica (un click sull’immagine sul linko sull’immagine per aprire la versione completa).

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Hackerare il proprio impianto di condizionamento

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Qualche giorno fa ho ricevuto una segnalazione sulla mia pagina Facebook da Mattia Rossi un caro amico ed ex compagno di studi che sta sviluppando un progetto personale sul controllo remoto dell’impianto di condizionamento utilizzando OpenHub.
Ho trovato l’articolo estremamente interessante e mi ha dato alcuni suggerimenti su alcuni argomenti di demotica che dovr realizzare nel prossimo anno scolastico. Vi invito quindi alla lettura del suo tutorial da cui certamente potrete trarre spunti interessanti.
Il primo passo realizzato il Reverse Engineering dei comandi inviati via IR con i telecomandi, in modo da poterli controllare con con apposita elettronica, credo nel breve saranno pubblicati ulteriori sperimentazioni.

L’articolo: Toshiba Air Conditioner IR signal Reverse Engineering

Un caro saluto e sincero grazie a Mattia.
Attendiamo i prossimi tutorial.