Gestire le stringhe con Arduino – approfondimenti


In passato ho già affrontato questo argomento e con questo post aggiungo alcuni approfondimento utili per i miei studenti.

Le stringhe sono una struttura di dati che viene utilizzata per memorizzare e gestire il testo. Le stringhe possono essere utilizzate per visualizzare del testo su un qualsiasi display connesso ad Arduino oppure più semplicemente sul monitor seriale di Arduino. Le stringhe possono essere utilizzate anche per memorizzare ad esempio i caratteri inseriti da tastiera connessa ad Arduino.

Possiamo distinguere due tipi di stringhe

  1. Array di caratteri, che sono le stesse delle stringhe utilizzate nella programmazione C.
  2. Il tipo di dato Sring di Arduino che permette di utilizzare un oggetto String in uno sketch.

Array di caratteri

Il primo tipo di stringa che impareremo ad utilizzare è la stringa costituita da una serie di caratteri memorizzati in un Array, cioè un vettore di caratteri il cui ultimo elemento è un carattere terminatore (o di fine stringa), codificato con il numero 0 e rappresentato in C dal carattere ‘\0’.

Nel programma che segue viene composta la stringa, un array di caratteri, il cui ultimo carattere è costituito dal terminatore 0, la stringa composta verrà poi stampata sulla Serial Monitor.

void setup() {
   char mia_stringa[8];    // un array di dimensione 8 costituito da 7 caratteri
   Serial.begin(9600);     // inizializzazione della Serial Monitor
   mia_stringa[0] = 'A';   // la stringa è formata da 5 caratteri più il terminatore
   mia_stringa[1] = 'r';
   mia_stringa[2] = 'd';
   mia_stringa[3] = 'u';
   mia_stringa[4] = 'i';
   mia_stringa[5] = 'n';
   mia_stringa[6] = 'o';
   mia_stringa[7] = 0;          // l'ottavo elemento dell’array è costituito dal terminatore
   Serial.println(mia_stringa); // stampa della stringa sulla Serial Monitor
}

void loop() { 
    // per ora nulla
}

Nell’esempio che segue utilizziamo un modo più comodo per creare le stringhe.
In questo caso il compilatore calcola la dimensione dell’array di caratteri ed inserisce automaticamente il terminatore di stringa costituito dal carattere 0. Un array composto da 8 elementi, 7 caratteri seguiti dal carattere 0.
Il risultato sarà il medesimo dello sketch precedente:

void setup() {
   char mio_sito[] = "Arduino";
   Serial.begin(9600);
   Serial.println(mio_sito);
}

void loop() {
    // per ora nulla
}

Manipolazione di Array di stringhe

La manipolazione di un’array di stringhe può essere effettuata nel seguente modo:

void setup() {
   char mia_stringa[] = "Salve mondo"; // creazione della stringa
   Serial.begin(9600);
   // stampa della stringa sulla Serial Monitor
   Serial.println(mia_stringa);
   // cancellazione di una parte della stringa
   mia_stringa[5] = 0;
   Serial.println(mia_stringa);
   // (3) sostituzione dei caratteri
   mia_stringa[5] = ' ';  // sostituzione con il carattere spazio
   mia_stringa[6] = 'M';  // inserimento della nuova parola
   mia_stringa[7] = 'i';
   mia_stringa[8] = 'k';
   mia_stringa[9] = 'y';
   mia_stringa[10] = '!';
   mia_stringa[11] = 0; // terminatore di stringa
   Serial.println(mia_stringa);
}

void loop() {
    // per ora nulla
}

Risultato:

Salve mondo
Salve
Salve Miky!

La stringa viene abbreviata sostituendo il 5′ carattere con il terminatore 0.
Quando la stringa viene stampata sulla Serial Monitor, tutti i caratteri dell’array vengono stampati fino al nuovo terminatore 0, quello che possiede l’indice 5 nell’array. I restanti caratteri non vengono cancellati sono ancora presenti in memoria, compreso il secondo terminatore 0 e l’array possiede ancora la stessa dimensione, però in questo caso se utilizziamo una funzione che legge l’array questa vedrà tutti i caratteri fino al nuovo terminatore (indice 5).

Successivamente viene sostituita la parola ” mondo” con la parola “Miky!” e questa operazione viene effettuato sostituendo il terminatore in posizione 5 con uno spazio in modo che la stringa venga ripristinata nel formato di origine.
L’inserimento della nuova parola viene eseguito inserendo in ogni posizione la lettera corrispondente alla nuova parola.

Funzioni per manipolare le stringhe

Lo sketch precedente permette di manipolare la stringa manualmente accedendo ai singoli caratteri memorizzati nell’array.
Per manipolare le stringhe possiamo scrivere noi delle nostre funzioni, oppure più semplicemente utilizzare le funzioni String presenti nella libreria del C.

Esempio

void setup() {
   char mia_stringa[] = "Nel mezzo del cammin di nostra vita"; // creazione della stringa
   char mia_stringa_output[80]; // l’output verrà inserito in questa stringa
   int dimensione;
   Serial.begin(9600);

   // A. stampa la stringa 
   Serial.println(mia_stringa);

   // B. lettura della lunghezza della stringa.
   // Nel conteggio viene escluso il carattere
   // terminatore
   dimensione = strlen(mia_stringa);
   Serial.print("La lunghezza della stringa è: ");
   Serial.println(dimensione);

   // C. prende la lunghezza dell’array incluso il carattere terminatore
   dimensione = sizeof(mia_stringa); // sizeof() non è una funzione specifica per gestire le stringhe
   Serial.print("Dimensione dell'array: ");
   Serial.println(dimensione);

   // D. copiare una stringa
   strcpy(mia_stringa_output, mia_stringa);
   Serial.println(mia_stringa_output);

   // E. aggiungere una stringa alla fine di un’altra (append)
   strcat(mia_stringa_output, " mi ritrovai per una selva oscura");
   Serial.println(mia_stringa_output);
   dimensione = strlen(mia_stringa_output);
   Serial.print("La lunghezza della stringa è: ");
   Serial.println(dimensione);
   dimensione = sizeof(mia_stringa_output);
   Serial.print("Dimensione dell'array mia_stringa_output[ ] è: ");
   Serial.println(dimensione);
}

void loop() {
    // per ora nulla
}

Risultato:

Nel mezzo del cammin di nostra vita
La lunghezza della stringa è: 35
Dimensione dell'array: 36
Nel mezzo del cammin di nostra vita
Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura
La lunghezza della stringa è: 68
Dimensione dell'array mia_stringa_output[ ] è: 80

Come avete avuto modo già di imparare, per stampare una stringa sarà sufficiente richiamarla come argomento all’interno della funzione println. La funzione strlen(), che restituisce la lunghezza di una stringa, prende in considerazione solamente i caratteri che possono essere stampati (visualizzati) ad esclusione del terminatore 0.

L’operatore sizeof() prende come argomento un array e di questo ne restituisce la sua lunghezza, in questo caso però la lunghezza include anche il terminatore di stringa, pertanto il sizeof() restituirà un valore più grande di una unità rispetto alla funzione strlen().

sizeof() può essere confusa con una funzione, ma tecnicamente è un operatore. Non fa parte della libreria String del C, ma è stata utilizzata in questi esempio per mostrare la differenza tra la dimensione dell’array e la dimensione della stringa.

La funzione strcpy() viene usata, nello sketch sopra indicato, per copiare mia_stringa in mia_stringa_output quindi la funzione copia la seconda stringa nella prima attenzione che in questo caso la seconda stringa viene copiata in una stringa che ha dimensione più grande, 80, mentre mia_stringa ha una dimensione di 35, questo vuol dire che ci saranno 20 caratteri liberi in memoria che potranno essere utilizzati.

Domanda

Dopo la copia di mia_stringa in mia_stringa_output sei in grado di dimostrare con uno sketch cosa è presente in memoria dal 36’ al 80’ posizione di mia_stringa_output?

La concatenazione di stringhe viene eseguita con la funzione strcat() che permette di inserire la seconda stringa indicata nella funzione strcat() alla fine delle prima stringa indicata nella strcat(). Dopo la concatenazione viene mostrata la lunghezza della nuova stringa risultante costituita da 68 caratteri copiati in un array che ha una dimensione di 80.

Si ricorda che una stringa di 68 caratteri occupano nell’array 69 caratteri in quanto bisogna considerare il terminatore 0.

Attenzione

Se l’array fosse troppo piccolo e provassimo a copiare all’interno una una stringa più grande della dimensione dell’array, la stringa verrebbe copiata anche al di fuori dell’array. La memoria oltre la fine dell’array potrebbe contenere altri dati importanti utilizzati nello sketch, questi dati verrebbero quindi sovrascritti dalla nostra stringa. In questo caso se la memoria oltre la fine della stringa viene sovrascritto potrebbe far arrestare in modo anomalo il programma o causare comportamenti strani.

Per approfondire l’argomento e verificare come evitare di scrivere al di furi dello spazio di memoria assegnato ad uno specifico array, vi rimando a questi due post:

Arduino – lezione 07: lavorare con gruppi di valori e funzioni esterne
Arduino – Concatenare la stampa di stringhe e variabili

MicroCon 2020


Il lockdown come ben sapete ha creato nella scuola numerose criticità che hanno mutato radicalmente il nostro modo di studiare ed insegnare. Come insegnate di materia tecnica che vive quotidianamente il laboratorio ho necessariamente bisogno di pensare e sviluppare diverse modalità di making elettronico/didattico che da settembre bisognerà adottare a scuola in una situazione in cui tempi e comportamenti del fare e costruire saranno da rimodulare.

Ma come fare tutto ciò?

Pensieri, progetti nascenti, sperimentazioni di nuove tecnologie questo ed altro il 9 maggio al MicroCon 2020, evento online in cui si parlerà di elettronica, microcontrollori e di nuove frontiere dell’apprendimento nel settore delle nuove tecnologie.

La conferenza online e organizzata da Paolo Aliverti e Pier Aisa entrambi maker che da anni svolgono in modo egregio la loro opera di divulgazione nel settore dell’elettronica.

Maggiori informazioni sul programma e i relatori che interverranno su: www.microcon.it
Per partecipare è indispensabile l’iscrizione gratuita al seguente link.

Ringrazio Paolo e Pier per l’invito 🙂

Vi aspettiamo all’evento.

Errori comuni nell’uso di Arduino – inserire void davanti alla funzione chiamata

Ho rilevato che alcune volte alcuni allievi nella chiamata di una funzione inseriscono il tipo restituito dalla funzione davanti alla funzione chiamata, ciò può essere fatto solamente nella dichiarazione del prototipo di funzione.
Il prototipo di una funzione costituisce una dichiarazione della funzione e fornisce al compilatore le informazioni indispensabili per gestire la funzione.
Nella definizione di una funzione, viene indicato anche ciò che deve fare la funzione quando viene invocata, specificato nel corpo della funzione.

Lo sketch che segue non chiama la funzione miSentoFortunato()

void setup() {
  Serial.begin(9600);
}

void loop() {

  // inserendo void nella chiamata di funzione
  // NON verrà chiamata la funzione miSentoFortunato() 
  void miSentoFortunato();
}

void miSentoFortunato() {
  Serial.println("Oggi mi sento fortunato :-)");
}

Attenzione che in fase di compilazione e trasferimento non verrà restituito nessuno errore da parte del compilatore quindi l’individuazione dell’errore in un codice più esteso potrebbe essere di difficile individuazione.

Codice corretto

void setup() {
  Serial.begin(9600);
}

void loop() {

  // eliminando void nella chiamata di funzione
  // verrà chiamata la funzione miSentoFortunato() 
  miSentoFortunato();
}

void miSentoFortunato() {
  Serial.println("Oggi mi sento fortunato :-)");
}

Esercizio 1

Perché il codice che segue non restituisce errore?

void setup() {
  Serial.begin(9600);
}
void loop() {
  void miSentoFortunato();
}

Esercizio 2

Perché il codice che segue non restituisce errore?

void setup() {
  Serial.begin(9600);
}
void loop() {
  // :-)
}
void miSentoFortunato();

Esercizio 3

Perché il codice che segue restituisce errore?

void setup() {
  Serial.begin(9600);
}
void loop() {

  void miSentoFortunato() {
  // :-)
  }
}

Per i miei allievi: il primo che risponde correttamente vince una scheda Arduino (non è uno scherzo) 😉

Microlearning con Instagram a supporto della didattica a distanza

E’ da tempo che stavo pensando di sviluppare soluzioni per realizzare del microlearning, attività che vorrei utilizzare per rafforzare competenze fornite durante videolezioni proposte in modalità sincrona ed asincrona e durante le lezioni in presenza (quando ci saranno).

Ma perché sto pensando al microlearning?
Il sistema microlearning trova largo impiego nella formazione a distanza aziendale, ma è possibile, secondo me modificarlo anche per supportare la didattica che normalmente svolgiamo con i nostri studenti a scuola o online.

In queste settimane come appunti in disordine sul mio Evernote in un blocco che ho chiamato “rinnovamento didattico” sto scrivendo una serie di frasi che spero andranno a strutturare poi un progetto più preciso:

“il prossimo anno scolastico sarà complicato, bisognerà recuperare e far fronte ai problemi legati al mantenimento della distanza sociale… quindi bisogna costruire qualcosa che affianchi la didattica online ed in presenza come la intendiamo adesso, bisogna costruire strumenti che permettano di atomizzare il progetto educativo al fine di facilitare la personalizzazione in funzione delle necessità dello studente soprattutto in questo periodo di crisi”.

Progetto che credo poi verrà strutturato applicando il metodo iterativo: “imparare facendo”

NON imparo ad usare prima lo strumento
e POI lo uso
ma lo uso SUBITO per spiegare
e usandolo IMPARO

… e quindi alla fine preso tra i mille lavori applicherò il metodo “imparare facendo” 🙂

Ma come opererò?

L’idea è quella di creare brevi contenuti, testuali o video, dedicati ad un singolo argomento.
Nel caso di contenuti testuali banalmente anche fotografie di appunti, disegni fatti a mano o video brevissimi non più lunghi di 3-5 minuti.

Quindi la parola chiave è: “atomizzare”, concetto che per altro avevo utilizzato anni fa per la progettazione della didattica laboratoriale della robotica.

Tutto ciò inoltre credo sia utile perché sfrutta di più la memoria di lavoro, faccio riferimento al “modello tripartito” di Baddeley ed Hitch.

Quando dico “atomizzare” intendo lo sviluppo di mattoncini cognitivi che si aggiungono ai mattoni che vengono “posati” durante le lezioni normali e con lo studio degli studenti a casa.

Tutto ciò però non deve, da parte dello studente, essere di difficile fruizione, non deve dipendere dal dispositivo utilizzato o dal sistema operativo. Inoltre se possibile non deve richiedere una formazione all’uso dello strumento tecnologico.

Ho analizzato per mesi la modalità ed i tempi di utilizzo da parte degli studenti di: smartphone, computer desktop e portatili, ma la cosa che ho analizzato più di tutte è il modo con cui condividono appunti e i momenti in cui leggono gli appunti che tra di loro si condividono, condivisione che in moltissimi casi avviene mediante fotografie di appunti scambiati attraverso gruppi WhatsApp.

Durante i miei corsi, quando parlo di organizzazione del lavoro didattico e della progettazione di contenuti, parlo di atteggiamento minimalista nella scelta dei metodi e degli strumenti e quindi per sviluppare un’azione didattica in cui è presente anche il microlearning, ho pensato di concentrarmi su strumenti usabili da tutti, anche se questi non presentano le funzionalità utili per coprire tutte le necessità di progetto del docente.

Cosa usare? Ho sperimentato di tutto, ma dopo tanto peregrinare sono ritornato sullo strumento che in origine avevo selezionato, Instagram, alcuni diranno: “bella scoperta!”, o ancora “ma vuoi fare didattica con Instagram?” attenzione che ciò che voglio fare non è fare didattica SOLO CON Instagram, ma utilizzare ANCHE Instagram per aggiungere qualcosa di più alla didattica che svolgo.

… e poi… sto osservando come molti colleghi che stimo e che lavorano in altre nazioni stanno operando con le loro classi e mi sono convinto che è essenziale provarci.

Quindi da cosa inizio?
Senza ansia e con i giusti tempi inizio a sintetizzare appunti cartacei sull’elettronica: Arduino, elettrotecnica, elettronica, uso di applicativi ecc… e li propongo ai miei studenti sul mio canale Instagram e pian pianino costruisco.

Inizio oggi! Funzionerà? Non so, ma voglio provarci.

Buon Making didattico a tutti.

Errori comuni nell’uso di Arduino – usare troppa memoria RAM

Nella collezione degli errori nell’uso di Arduino aggiungo l’uso improprio della memoria Flash (RAM) disponibile all’interno del microcontrollore. La dimensione della memoria RAM differisce sulle varie schede Arduino, nell’esempio prendo in considerazione la scheda Arduino UNO R3.

Nell’esempio che segue, un semplice Blink, viene dichiarato un array di interi che in fase di compilazione provocherà un errore di dimensione troppo grande dell’array:

// laMiaCollezione è un array di interi che ha una dimensione di:
// (20000x16)/8=40kB
// superiore alla RAM disponibile in un Arduino UNO R3 che è di 32kB 
// si faccia riferimento al seguente link:
// https://www.arduino.cc/en/tutorial/memory

int laMiaCollezione[20000];

void setup() {
  Serial.begin (9600);
  Serial.println ("Avvio programma");
  pinMode(LED_BUILTIN, OUTPUT);
}

void loop() {
  digitalWrite(LED_BUILTIN, HIGH);
  delay(1000);
  digitalWrite(LED_BUILTIN, LOW);
  delay(1000); 
}

Dovreste rilevare l’errore indicato nell’immagine che segue:

Se non vedete il led L (connesso al pin13) lampeggiare o rilevate un errore simile a quello indicato nell’immagine sopra, vuol dire che state utilizzando troppa memoria RAM. Fate attenzione che molte librerie utilizzano la RAM (ad es. Libreria di schede SD, librerie LCD, ecc.).

Nel link allegato nello sketch di esempio potete consultare la pagina specifica di Arduino.cc in cui viene spiegato come viene usata la memoria sull’Arduino UNO R3:

  • Flash 32k byte (di cui 0.5k usato per il bootloader)
  • SRAM 2k byte
  • EEPROM 1k byte

Nel dettaglio:

  • 32kB (1024×32=32768bit) di memoria Flash di cui 0,5 kB (equivalenti a 512 bit) sono dedicati al bootloader.
    Il microcontrollore presente sull’Arduino UNO R3 è un ATmega328P. All’interno della memoria Flash (RAM) del microcontrollore è presente una zona di memoria riservata in cui viene allocato il Bootloader, un programma che ha il compito di controllare se dopo il reset della scheda vie è la possibilità di caricare in memoria, tramite la USB, un nuovo programma creato dall’utente. Se non è presente nessun nuovo programma il controllo passa all’inizio del programma presente in memoria, quello precedentemente caricato e viene eseguito e il controllo non ritorna più al Bootloader fino a quando non si esegue un nuovo reset della scheda, reset che avviene quando viene caricato una nuovo programma dell’utente.
  • 2 KB di SRAM (2048 bit), è una RAM statica volatile utilizzata per gestire le variabili contenute nel programma (sketch) creato dall’utente e i dati che servono al microcontrollore per funzionare.
  • 1KB di EEPROM (1024 bit) memoria i cui valori vengono mantenuti anche quando la scheda viene spenta.

Esercizio

Nello sketch riportato sopra quel è il numero massimo di interi che può ospitare l’array laMiaCollezione affinché non si incorri nell’errore di memoria RAM piena?