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Arduino – Interrupts – lezione 2

Ormai sono passati diversi anni da quando scrissi il primo post sull’uso degli interrupt e durante gli anni a scuola puntualmente svolgo diversi esercizi, pertanto ho deciso di riprendere ed ampliare quanto detto nel precedente post e sicuramente più avanti ci saranno occasioni per aggiungere ulteriori esempi.

La maggior parte dei microcontrollori permette la gestione degli interrupt. Possiamo pensare all’intterrupt come a un sistema che ci permette di rispondere agli eventi “esterni” mentre facciamo qualcos’altro.

Riprendo quindi il post: Appunti su Arduino: interrupts da cui partire per comprendere cosa sono e come usare gli interrupts con Arduino UNO e con questa lezione voglio proporre alcuni esempi in modo che l’argomento spero possa essere più chiaro.

Per comprendere meglio cos’è un interrupt immaginate la seguente situazione:

tornate a casa dopo la scuola e desiderate cucinarvi un piatto di spaghetti. Fate bollire l’acqua ed inserite gli spaghetti in pentola fissando un tempo di 8 minuti, aspettate che gli spaghetti cucinino e poi mangiate. Possiamo paragonare questa azione all’esecuzione del codice nel loop() di Arduino.

In modo diverso potreste avviare un timer che scade ad 8 minuti e in questo intervallo di tempo potreste guardate il notiziario in TV. Quando il timer suona interromperà (interrupt) la vostra visione che vi ricorderà che dovrete porre attenzione alla pasta in pentola. Quindi verrà eseguito un interrupt (il suono del timer) che permetterà di eseguire il programma: “scola la pasta”.

In altro modo, riprendendo ciò che avevo scritto in passato:

Supponete di dover rilevare lo stato di alcuni sensori esterni. All’interno del loop() tutte le istruzioni sono eseguite in modo sequenziale e quindi anche la rilevazione del cambiamento di stato dei sensori collegati ad Arduino avviene in modo sequenziale. Supponete di dover eseguire il controllo della variazione di stato di 3 sensori, il vostro sketch eseguirà il controllo sul primo sensore, sul secondo e poi sul terzo.

Supponete che tutti i sensori si trovino al medesimo stato iniziale che chiameremo S1 e che il controllo di Arduino sia in un determinato istante sul secondo sensore, potrebbe capitare nello stesso istante una variazione repentina di stato sul primo sensore che passa da S1 a S2 e poi a S1, Arduino non si accorgerà di nulla perché la sua attenzione è sul secondo sensore; ecco che in questa situazione potrebbe essere utile l’utilizzo degli interrupt.

In ambito elettronico possiamo avere due tipi di interrupt:

  • Interrupt hardware: si verificano in risposta ad un evento esterno, come un pin che assume uno stato HIGH o LOW
  • Interrupt software: si verificano in risposta a un’istruzione software.

In questo post ci concentreremo sugli interrupt hardware.

Sulla scheda Arduino UNO, Nano, Mini e altre schede basate sul microcontrollore ATmega328 due sono i pin su cui realizzare un interrupt hardware:

pin digitale 2: interrupt 0
pin digitale 3: interrupt 1

Mentre per altre schede Arduino:

  • Uno WiFi Rev.2, Nano Every
    tutti i pin sono utilizzabili per l’interrupt
  • Mega, Mega2560, MegaADK
    2, 3, 18, 19, 20, 21
  • Micro, Leonardo e schede basate sull’ATmega32u4
    0, 1, 2, 3, 7
  • Zero
    tutti i pin eccetto il 4
  • Tutta la famiglia MKR
    0, 1, 4, 5, 6, 7, 8, 9, A1, A2
  • Nano 33 IoT
    2, 3, 9, 10, 11, 13, 15, A5, A7
  • Nano 33 BLE, Nano 33 BLE Sense
    tutti i pin
  • Due
    tutti i pin
  • 101
    tutti i pin e solo i pin 2, 5, 7, 8, 10, 11, 12, 13 lavorano in modalità CHANGE

Ma come funziona un interrupt?
In estrema sintesi quando si verifica l’interrupt (interruzione), il microcontrollore salva il suo stato di esecuzione attuale ed esegue una piccola porzione di codice che l’utente desidera venga eseguita in presenza di un interrupt, questa porzione di codice prende anche il nome di: interrupt handler o interrupt service routine (in italiano gestore di interrupt o routine di servizio interrupt).

Il programmatore quindi definisce il codice del gestore di interrupt che deve essere eseguito quando si verifica un particolare interrupt all’interno del programma stesso e per fare ciò in Arduino, come indicato nella mia precedente lezione, utilizziamo una funzione chiamata attachInterrupt():

attachInterrupt(digitalPinToInterrupt(PIN), ISR, modo);
  • digitalPinToInterrupt(PIN)
    è la funzione che consente di convertire il numero del pin su cui effettuare l’interrupt con il numero dell’interrupt quindi nel caso di Arduino UNO si avrà:
    digitalPinToInterrupt (2) > 0
    digitalPinToInterrupt (3) > 1
    PIN è quindi il pin abilitato all’interrupt, che indica al microcontrollore qual è il PIN da monitorare e come indicato nell’elenco sopra Il PIN dipende dal microcontrollore utilizzato.
  • ISR è la porzione di codice che deve essere eseguito se l’interrupt viene attivato
  • modo
    è il tipo di trigger che attiva l’interrupt che, come indicato nella precedente lezione, può essere di 4 tipi:

    • LOW l’interrupt viene eseguito quando il livello del segnale è basso
    • CHANGE l’interrupt viene eseguito quando avviene un cambiamento di stato sul pin
    • RISING l’interrupt viene eseguito quando si passa da un livello LOW ad un livello HIGH
    • FALLING l’interrupt viene eseguito quando si passa da un livello HIGH ad un livello LOW

Nota: all’interno della funzione utilizzata in attachInterrupt:

  • delay() non funziona;
  • il valore restituito dalla funzione millis() non verrà incrementato.
  • i dati seriali ricevuti durante l’esecuzione della funzione di interrupt possono essere sbagliati.
  • qualsiasi variabile modificabile all’interno della funzione attached (chiamata all’interno attachInterrupt) devono essere dichiarare come volatili.
  • le funzione non può avere parametri di ingresso

Esempio 01

Realizziamo uno sketch che al verificarsi di un interrupt sul pin 2 cambia lo stato in cui si trova il LED sulla scheda di Arduino

Circuito

/*
   Prof. Michele Maffucci
   Data 03.03.2021

   Oggetto: utilizzo degli interrupt

   Esempio 01

*/

int pinLed = 13;
volatile int stato = LOW;
int pulsante = 2;

/* dichiariamo volatile la variabile
  state usata nella funzione usata all'interno di attachInterrupt */

void setup()
{
  pinMode(pinLed, OUTPUT);       // definiamo pin output
  pinMode(pulsante, INPUT);      // pulsante collegato al pin 2
  attachInterrupt(digitalPinToInterrupt(2), cambiaStato, FALLING);

  // usiamo l'interrupt 0 che è associato al pin digitale 2
  // attachInterrupt chiamerà la funzione collegata, cambiaStato
  // il modo per la rilevazione del cambiamento di stato
  // sarà di tipo: FALLING
  // cioè l’interrupt viene eseguito quando si passa
  // da un livello HIGH ad un livello LOW

}

void loop()
{
  digitalWrite(pinLed, stato);
  // il pin digitale 13 viene impostato a "state"
  // che può essere LOW o HIGH
  // all'avvio di Arduino il LED sarà spento
}

void cambiaStato()
// la funzione cambiaStato() esegue la funzione NOT di "stato" cioè
// se stato = LOW viene cambiato in HIGH, se stato = HIGH viene cambiato in LOW

{
  stato = !stato;
}

quindi il cambiamento di stato avviene solo e soltanto se cambiamo lo stato sul pin 2.

Non si confonda l’azione del cambiamento di stato del LED con l’azione che si potrebbe avere con un semplice controllo sul pin 2 fatto con un’istruzione IF: “se il pulsante è premuto allora cambia stato al LED”.
In questo caso il funzionamento è totalmente diverso, non è presente un’istruzione di controllo di flusso, ma solamente il cambiamento di stato su un pin di interrupt, quando presente questo cambiamento viene invocata la funzione cambiaStato().

Si noti che le variabili utilizzate nella routine di servizio interrupt devono sempre essere globali e volatili.
Nel nostro caso la variabile “stato” utilizzate nella routine di servizio interrupt che abbiamo chiamato cambiaStato() è una variabile di tipo globale e volatile.

Ma cosa vuol dire dichiarare una variabile volatile? Come si può notare la variabile “stato” non è presente all’interno del loop(). Se il compilatore si accorge che sono presenti variabili non usate nel setup() e nel loop(), allora in fase di compilazione, per risparmiare memoria queste variabili vengono cancellate.

Dichiarare quindi “stato” volatile garantisce che il compilatori non elimini questa variabile perchè ci servirà all’interno della routine di servizio interrupt che abbiamo chiamato cambiaStato().
Una variabile volatile indicherà al compilatore di non memorizzare il contenuto della variabile in uno dei registri del microcontrollore, ma di leggerlo quando necessario dalla memoria. Attenzione però che questa modalità di azione rallenterà l’elaborazione del programma, pertanto non bisogna mai rendere volatile ogni variabile, ma l’operazione è da fare solamente quando necessario.

In generale una variabile dovrebbe essere dichiarata come volatile solamente se è utilizzata sia all’interno dell’ISR (interrupt service routine, in italiano gestore di interrupt) che all’esterno dell’ISR.

Esempio 02

Per comprendere meglio quanto scritto nell’esempio precedente facciamo alcune modifiche allo sketch precedente, il circuito rimane invariato.

/*
   Prof. Michele Maffucci
   Data 03.03.2021

   Oggetto: utilizzo degli interrupt

   Esempio 02

*/

int pin = 13;
volatile int stato = LOW;
int pulsante = 2;

/* dichiariamo volatile la variabile
  state usata nella funzione usata all'interno di attachInterrupt */

void setup()
{
  pinMode(pin, OUTPUT);       // definiamo pin output
  pinMode(pulsante, INPUT);   // pulsante collegato al pin 2
  attachInterrupt(digitalPinToInterrupt(2), cambiaStato, FALLING);

  // usiamo l'interrupt 0 che è associato al pin digitale 2
  // attachInterrupt chiamerà la funzione collegata, cambiaStato()
  // il modo per la rilevazione del cambiamento di stato
  // sarà di tipo: FALLING
  // cioè l’interrupt viene eseguito quando si passa
  // da un livello HIGH ad un livello LOW

}

void loop()
{
  delay(5000); // intervallo di 5 secondi
}

void cambiaStato()
// la funzione cambiaStato() esegue la funzione NOT di "stato" cioè
// se stato = LOW viene cambiato in HIGH, se stato = HIGH viene cambiato in LOW

{
  stato = !stato;
  digitalWrite(pin, stato);
  // il pin digitale 13 viene impostato a "stato"
  // che può essere LOW o HIGH
  // all'avvio di Arduino il LED sarà spento
}

L’unica variazione al codice è stato l’inserimento di:

delay(5000); // intervallo di 5 secondi

che interrompe l’esecuzione del loop per 5 secondi.

Si noti però che non appena premiamo il pulsante avviene una modifica istantanea del codice indipendentemente dal delay di 5 secondi

Attenzione che il LED rosso poteva essere controllato internamente al loop, ma in questo caso il codice, eseguito sequenzialmente, avrebbe prima eseguito il blink del LED verde e successivamente controlla se il pulsante è premuto per poter accendere il LED verde, ciò non accade con l’uso dell’interrupt.

Esempio 03

Nell’esempio che segue potrete notare il ritardo con cui si manifesta la variazione di stato se il controllo viene effettuato all’interno del loop().

Circuito

/*
   Prof. Michele Maffucci
   Data 03.03.2021

   Oggetto: controllo di stato subordinato dai delay

   Esempio 03

*/

int pinRosso = 5; // pin a cui è connesso il LED rosso
int pinVerde = 4; // pin a cui è connesso il LED verde
int pulsante = 2;
int stato = LOW;

void setup()
{
  pinMode(pinRosso, OUTPUT);
  pinMode(pinVerde, OUTPUT);
  pinMode(pulsante, INPUT);   // pulsante collegato al pin 2
}

void loop()
{ 
  digitalWrite(pinVerde, HIGH);
  delay(3000);
  digitalWrite(pinVerde, LOW);
  delay(3000);

  if (digitalRead(pulsante)) {
    digitalWrite(pinRosso, !stato);
    stato = !stato; 
  }
}

// Il controllo sul LED rosso potrà avvenire solamente dopo 6 secondi
// La pressione ripetuta del pulsante nei primi 6 secondi non modifica
// lo stato del LED fino a quando il controllo non giunge all'IF.

Esempio 04

Realizziamo ora un quarto sketch in cui abbiamo un LED verde che lampeggia controllato dal codice all’interno del loop ed un secondo LED rosso che cambia stato se premiamo il pulsante connesso al pin 2. Noterete che la pressione del pulsante, che varia lo stato del LED rosso, non influirà sulla normale esecuzione del loop().

Il circuito è il medesimo dell’esercizio precedente.

/*
   Prof. Michele Maffucci
   Data 03.03.2021

   Oggetto: utilizzo degli interrupt

   Esempio 04

*/

int pinRosso = 5;
int pinVerde = 4;
int pulsante = 2;
volatile int stato = LOW;

/* dichiariamo volatile la variabile
  state usata nella funzione usata all'interno di attachInterrupt */

void setup()
{
  pinMode(pinRosso, OUTPUT);
  pinMode(pinVerde, OUTPUT); 
  pinMode(pulsante, INPUT);   // pulsante collegato al pin 2
  
  attachInterrupt(digitalPinToInterrupt(2), cambiaStato, FALLING);

  // usiamo l'interrupt 0 che è associato al pin digitale 2
  // attachInterrupt chiamerà la funzione collegata, cambiaStato()
  // il modo per la rilevazione del cambiamento di stato
  // sarà di tipo: FALLING
  // cioè l’interrupt viene eseguito quando si passa
  // da un livello HIGH ad un livello LOW

}

void loop()
{
  digitalWrite(pinVerde, HIGH);
  delay(3000);
  digitalWrite(pinVerde, LOW);
  delay(3000);
}

// Durante i 6 secondi di accensione e spegnimento del LED verde
// non saremo bloccati dai delay presenti nel loop, potremo modificare
// lo stato del LED rosso ogni volta nei 6 secondi di pausa del loop

void cambiaStato()
// la funzione cambiaStato() esegue la funzione NOT di "stato" cioè
// se stato = LOW viene cambiato in HIGH, se stato = HIGH viene cambiato in LOW

{
  stato = !stato;
  digitalWrite(pinRosso, stato);
  // il pin digitale 5 viene impostato a "stato"
  // che può essere LOW o HIGH
  // all'avvio di Arduino il LED sarà spento
}

Esempio 05

Vediamo ora un’altro esempio dove con due pulsanti controlliamo l’incremento e il decremento di una variabile che viene stampata sulla Serial Monitor.
Notate all’interno del loop() che viene implementato un blink lento e ll’incremento e il decremento della variabile non è influenzata dai delay() del blink, ma risulta immediata.

Circuito

/*
   Prof. Michele Maffucci
   Data 03.03.2021

   Oggetto: utilizzo degli interrupt

   Esempio 05

*/

volatile int valore = 10;

int pulsanteIncrementa = 2;
int pulsanteDecrementa = 3;

/* dichiariamo volatile la variabile
  state usata nella funzione usata all'interno di attachInterrupt */

void setup()
{
  Serial.begin(9600);
  
  pinMode(pulsanteIncrementa, INPUT);   // pulsante collegato al pin 2
  pinMode(pulsanteDecrementa, INPUT);   // pulsante collegato al pin 3 
   
  attachInterrupt(digitalPinToInterrupt(2), incrementa, FALLING);
  attachInterrupt(digitalPinToInterrupt(3), decrementa, FALLING);

  // usiamo l'interrupt 0 e 1 che sono associati ai pin digitali 2 e 3
  // attachInterrupt chiamerà la funzione collegata, cambiaStato
  // il modo per la rilevazione del cambiamento di stato
  // sarà di tipo: FALLING
  // cioè l'interrupt viene eseguito quando vi è un passaggio da HIGH a LOW

}

void loop()
{
  Serial.println(valore);
}

void incrementa() {
  valore++;
}

void decrementa() {
  valore--;
}

Attenzione che durante le prove potreste notare qualche problema nella gestione dei pulsanti su cui dovrebbe essere effettuato un controllo di antirimbalzo, in questo caso però potrà essere realizzato solamente in modo hardware (in modo elettronico) e non per via software in cui viene richiesto un controllo del tempo di pressione del pulsante mediante il delay() o di calcoli di intervalli di tempo e tutto ciò non è permesso all’interno dell’interrupt service routine .

Buon coding a tutti 🙂

PCTO A.S. 2020 – 2021 – SumoBot – lezione 2

In questa lezione vedremo come collegare e controllare i servomotori a rotazione continua di SumoBot.
Fate riferimento allo schema di collegamento che segue, in cui i servomotori vengono connessi ai pin 4 e 5 della Sensor Shield per Arduino Uno Nano V3, come si nota a fianco di ogni pin è disponibile l’alimentazione, infatti troviamo sempre il positivo, indicato con la lettera V e il GND indicato con la lettera G. Come ribadito nella lezione 1 utilizziamo una Sensor Shield perchè permette rapidamente di realizzare tutti i collegamenti senza la necessità i dover ricorrere ad una breadboard oppure alla saldatura dei cavi.

Per questa lezione vengono indicati solo i collegamenti ai motori, non verranno collegati ne il sensore ad ultrasuoni e ne i sensori ad infrarossi.

Per quanto riguarda l’utilizzo dei servomotori a rotazione continua fare riferimento alla slide: Alfabeto di Arduino – Lezione 6, ma per completezza riporto di seguito la spiegazione adattandola all’utilizzo con SumoBot.

Il servomotore è costituito in genere da tre cavi connessi ad un connettore femmina con passo standard tra i fori di 2,54 mm quindi facilmente utilizzabile con qualsiasi strip che ne permette il collegamento ad esempio su una breadboard oppure ai pin maschio della Sensor Shield che utilizziamo per SumoBot.

I fili di connessione possono assumere colori diversi in funzione della marca del servo.

Pinout del servomotore

  • Filo ROSSO: +V
  • Filo NERO o MARRONE: GND
  • Filo BIANCO o ARANCIO o BIANCO o BLU: Segnale

Nel servomotori adottati per questa esperienza i fili di connessione sono:

  • Filo ROSSO: +V
  • Filo MARRONE: GND
  • Filo ARANCIO: Segnale

Collegamenti

Guardando SumoBot frontalmente, collegheremo il motore di destra al pin 4 e il motore di sinistra al pin 5.

Principio di funzionamento del servomotore a rotazione continua

Notoriamente i servomotori possono effettuare una rotazione che oscilla tipicamente da 0 a 180, esistono inoltre modelli che consentono una rotazione inferiore tra 0 e 120 gradi, questi tipi di servomotori possono essere modificati facendo in modo che possano effettuare una rotazione continua, ovvero tra 0 e 360 gradi, ma in commercio sono disponibili servomotori di diverse dimensioni che funzionano in questa modalità. Nel kit utilizzato per la realizzazione di SumoBot utilizziamo due servomotori FS90R.

Sul servomotore a rotazione continua possiamo controllare da programma il senso di rotazione e in modo non molto preciso anche la velocità.

Il funzionamento di un servomotore a rotazione continua è simile a quella di un motore in corrente continua con la differenza che non necessitano di appositi shield per poter funzionare.
Rispetto ad altri tipi di motori in CC offrono scelte limitate per il controllo della velocità e limitazioni di alimentazione.

L’alimentazione potrà avvenire direttamente Attraverso Arduino o mediante alimentazione esterna. L’alimentazione dei motori di SumoBot avverrà direttamente dalla scheda Arduino.

Caratteristiche tecniche

  • Velocità di funzionamento a 4,8V: 110RPM
  • Velocità di funzionamento a 6V: 130RPM
  • Coppia di stallo a 4,8V: 1.3kg.cm/18.09oz.in
  • Coppia di stallo a 6V: 1.5kg.cm/20.86oz.in
  • Tensione operativa: 4.8-6V
  • Sistema di controllo: Analogico
  • Angolo di rotazione: 360 gradi
  • Impulso richiesto: 900-2100us
  • Materiale ingranaggi: Plastica
  • Dimensioni: 2,32×1,25×2,2 cm
  • Peso: 9g

Programmazione

/*
 * Prof. Maffucci Michele
 * SumoRobot
 * Data: 26.01.2021
 * 
 * Sketch 01: rotazione oraria e antioraria continua
 * 
 * Note:
 *          Per l'orientamento del robot 
 *          guardare SumoBot anteriormente
 *       
 *          180: max velocità in senso antiorario
 *          90 : servomotori fermi
 *          0  : max velocità in senso orario
 *            
 */

// inclusione della libreria servo.h per il controllo dei servomotori
#include <Servo.h>

// Creazione oggetti servo
Servo motoreDX;  // Inizializzazione del servomotore destro
Servo motoreSX;  // Inizializzazione del servomotore sinistro

byte pinDx = 4;     // Inizializza del pin 4 a cui è connesso il pin segnale del servo destro
byte pinSx = 5;     // Inizializza del pin 5 a cui è connesso il pin segnale del servo sinistro
int  durata = 250;  // Durata movimento (orario/antiorario)
int  ferma = 3000;  // Durata dello stop

void setup() {

  // attach() consente di definire a quale pin viene connesso il servomotore
  // e lo collega all'oggetto che gestisce il servomotore
  
  motoreDX.attach(pinDx); // pinDx collegato al motore destro
  motoreSX.attach(pinSx); // pinSxcollega to al motore sinistro
}

void loop() {
  orarioRobot();     // Rotazione in senso orario del robot
  stopRobot();       // Stop rotazione per un tempo fissato (vedere variabile ferma)
  antiorarioRobot(); // Rotazione in senso antiorario del robot
  stopRobot();       // Stop rotazione per un tempo fissato (vedere variabile ferma)
}

// rotazione del robot in senso antiorario
void antiorarioRobot(void) {
  motoreDX.write(150);  // Rotazione oraria del motore DX
  motoreSX.write(150);  // Rotazione antioraria del motore SX
  delay(durata);        // durata: durata della rotazione
}

// rotazione del robot in senso orario
void orarioRobot(void) {
  motoreDX.write(30);    // Rotazione antioraria del motore DX
  motoreSX.write(30);    // Rotazione oraria del motore SX
  delay(durata);         // durata: durata della rotazione
}

// stop del robot
void stopRobot(void) {
  motoreDX.write(90);   // Ferma il motore DX
  motoreSX.write(90);   // Ferma il motore SX
  delay(ferma);         // Durata dello stop
}

Per quanto riguarda il controllo dei servomotori seguire la spiegazione inserita come commento all’interno del codice, ricordo comunque che per controllare i servomotori sono necessarie  4 operazioni:

  1. includere la libreria Servo.h
  2. creazione dell’oggetto Servo. motoreDx e motoreSx saranno i due oggetti su cui opererete
  3. assegnare un nome al pin di controllo del servomotore (filo arancione nello schema)
  4. indicare nel setup il metodo attach() che permette di legare gli oggetti motoreDx e motoreSx ai pin su Arduino nell’esempio 4 e 5 a cui abbiamo assegnato i nomi pinDx e pinSx.

All’interno del codice utilizziamo il metodo write() che per i servomotori a rotazione continua permette il passaggio, all’oggetto motoreDx e motoreSx, la direzione e la velocità di rotazione del motore:

  • passando il valore 0 gradi al metodo write() il servo ruota alla massima velocità in una direzione.
  • passando il valore 90 gradi al metodo write() poniamo il servo in stop (posizione “neutra”)
  • passando il valore 180 gradi al metodo write() il servo di ruotare in senso opposto alla massima velocità.

Nel codice che segue SumoBot ripeterà continuamente una rotazione oraria di 250 millisecondi, si fermerà per 3 secondi e riprenderà la rotazione in senso antiorario per 250 millisecondi.

Per effettuare questa operazione vengono definite 3 funzioni:

  • orarioRobot()
  • stopRobot()
  • antiorarioRobot()

Nel codice si può notare che nella funzione antiorarioRobot() viene passato al metodo write() non il valore 180 che farebbe ruotare il robot alla massima velocità, ma un valore inferiore, nel nostro caso 150, ciò ridurrà la velocità di rotazione.

In  modo analogo accade per la funzione orarioRobot() in cui invece di passare il valore 0 alla metodo write(), che lo farebbe ruotare alla massima velocità in senso orario, passiamo un valore maggiore, 30, che lo farà ruotare ad una velocità inferiore.

La fermata del robot avviene utilizzando la funzione stopRobot() in cui viene passato il valore 90 al metodo write(), ciò fermerà i motori.

Si noti che i motori potranno ruoteranno in un senso o in un altro, oppure potranno essere fermati non solo invocando il metodo write, ma bisognerà sempre inserire un delay() in cui viene specificato per quanto tempo il metodo deve agire.

Esercizio 01

Far compiere a SumoBot rotazioni continue di 90 gradi in senso orario inserendo un intervallo di 3 secondi ad ogni quarto di giro

Esercizio 02

Far compiere a SumoBot una rotazione continua di 360° con intervalli di 3 secondi ad ogni quarto di giro, raggiunti i 360° far cambiare il senso di rotazione ripetendo le fermate di 3 secondi ad ogni quarto di giro.

Esercizio 03

Individuare quanto tempo necessita per far effettuare una rotazione di 45° in senso orario a SumoBot e realizzare un programma che permetta di fare le seguenti operazioni:

  1. rotazione di 45° in senso orario
  2. fermate di 3 secondi
  3. rotazione in senso antiorario di 90°
  4. fermata

Buon Making a tutti 🙂

FutureLabs – Corso: Attività laboratoriale per fornire competenze per la comunicazione digitale e produzione di mediatori didattici multidisciplinari

Presso il FutureLabs dell’ITIS Pininfarina, istituto presso cui insegno, svolgerò il corso di formazione gratuito:

Attività laboratoriale per fornire competenze per la comunicazione digitale e produzione di mediatori didattici multidisciplinari.

Il corso intende fornire, mediante una metodologia laboratoriale, competenze digitali finalizzate alla comunicazione digitale e produzione di mediatori didattici multidisciplinari realizzabili da docenti e studenti. Il corso è indirizzato a tutti i docenti di ogni ordine e grado.

Tutti gli incontri si svolgeranno on-line e verranno proposte attività di laboratorio a distanza da svolgere in modalità sincrona ed asincrona.

Destinatari: docenti di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di 1° e 2° grado Periodo di svolgimento: n.6 incontri di 3 ore ciascuno nel periodo compreso tra il 23/03.2021 e il 15/04/2021. Per ogni incontro sarà riconosciuta una ulteriore ora in autoformazione.
Iscrizioni: dal 23/2/2021 al 1/3/2021 compilando il form al seguente link. Nel form selezionare come prima scelta: Attività laboratoriale per fornire competenze per la comunicazione digitale e produzione di mediatori didattici multidisciplinari.

Si precisa che al corso saranno ammessi 40 partecipanti. Al corso saranno accettate le domande in ordine cronologico di arrivo e i docenti ammessi riceveranno  mail di conferma entro il 4/3/2021.

Argomento del corso sarà la didattica laboratoriale, con particolare attenzione all’uso di specifiche tecnologie: micro:bit, micro:bit Arcade, Arduino, Raspberry Pi, Raspberry Micro. Verranno offerte percorsi didattici completi su Coding e Robotica, proponendo soluzioni opensource e bassissimo costo per ogni ordine di scuola.

Contenuti del corso

Contenuti generali del corso che potranno essere declinati in funzione delle necessità dei corsisti

  • Progetto dell’attività di laboratorio: dalla ricerca delle fonti alla produzione dell’attività di laboratorio (organizzazione)
  • Processi di apprendimento: il ruolo dei nuovi media nella didattica
  • Progettazione di ambienti per la didattica con il digitale: gestire la classe e il laboratorio online
  • Tecniche di costruzione di contenuti digitali per la didattica – metodologie
  • L’utilizzo di video e della fotografia nella didattica – tecnologie e strumenti
  • Costruire strumenti didattici per il Mobile Learning: tecnologie e strategie
  • L’uso di piattaforme per la didattica – dalla creazione alla gestione
  • La didattica inclusiva e le opportunità dei nuovi media – strumenti
  • Coding e Robotica educativa.
    • Realizzazione di sistemi di interazione con il mondo reale: tecnologie e loro utilizzo
    • Creazione di robot: dal disegno al montaggio del robot alla programmazione
    • STEAM con la stampa 3D: disegnare modelli 3D utilizzando il Coding conoscere la tecnologia della stampa 3D
    • Simulatori online per la realizzazione di attività laboratoriali di Coding e Robotica.

Competenze in uscita

  • Sviluppo attività di insegnamento/apprendimento, con capacità nell’indicare la funzione svolta dai media e il modello didattico su cui si basano.
  • Scegliere e fornire indicazioni consapevoli per la progettazione di ambienti scolastici inclusivi coerenti con le attività didattiche programmate.
  • Utilizzare software per la realizzazione di contenuti digitali per la didattica, per la creazione di contenuti e abilità nel costruire strumenti didattici in modalità collaborativa con altri docenti e/o con i propri studenti.
  • Utilizzare software ed hardware specifico per la realizzazione di contenuti attività laboratoriali online ed in presenza, per la creazione di  contenuti e abilità nel costruire strumenti didattici in modalità collaborativa con altri docenti e/o con i propri studenti.
  • Conoscere le fasi di utilizzo dei filmati in un contesto didattico: dall’individuazione o realizzazione del video, alla condivisione e successivo confronto in classe. Utilizzo del funzionamento di software open source per editare i video, per effettuare lo “screencast” e realizzare video-lezioni utilizzando varie tipologie di contenuti.
  • Utilizzo dei principali Social Network e modalità di integrazione nelle classi per una didattica più vicina agli studenti e un uso del Mobile Learning (m-learning).
  • Creazione e gestione di una classe virtuale mediante l’uso dei principali applicativi on-line, tecniche di coinvolgimento degli studenti, condivisione di risorse, utilizzo di strumenti integrati, collaborazione con altri docenti.
  • Saper progettare attività didattiche che valorizzano il ruolo inclusivo delle tecnologie per l’intera classe e nello specifico per alunni con BES e nello specifico saper analizzare e valutare le caratteristiche di uno strumento didattico digitale in ottica inclusiva.
  • Progettare e gestire attività didattiche basate sulla programmazione di robot (soluzione di labirinti, storytelling, realizzazione di giochi didattici, controllo comportamento e interazione del robot con oggetti esterni). Analisi delle tecnologie e soluzioni didattiche.
  • Utilizzo di tecnologie specifiche per la realizzazione di attività di laboratorio per il potenziamento delle STEAM mediante specifiche tecnologie: micro:bit, micro:bit Arcade, Arduino, Raspberry Pi, Raspberry Micro. Realizzazione di attività di laboratorio.
  • Coding on line: piattaforme online gratuiti e ambienti di sviluppo fortemente interattivi.

Vi aspetto 🙂

PCTO A.S. 2020 – 2021 – SumoBot – lezione 1

Lavoro di PCTO a.s. 2020-2021. Anno scolastico difficile, la pandemia non aiuta assolutamente nello sviluppo di attività laboratoriali a scuola e in azienda e a tal proposito ho pensato di rivedere completamente il laboratorio iniziando dalle attività di laboratorio degli studenti del 3′ anno.
Come molti colleghi e studenti sapranno il PCTO (ex alternanza scuola lavoro) svolto al terzo anno consiste nello svolgimento di un’attività che viene integralmente realizzata a scuola in cui viene svolta una simulazione d’impresa, dalla progettazione alla creazione di un prodotto, ma il periodo è complicato e lo svolgimento delle attività avverrà in parte online ed in parte in presenza, online si effettueranno tutte le operazioni progettuali e di documentazione mentre in presenza si assemblerà l’oggetto che dovrà poi essere reso prodotto. Come per gli anni passati per le classi terze propongo un’attività basata su un kit da me progettato che i ragazzi poi dovranno modificare e migliorare sia dal punto di vista meccanico che dal punto di vista elettronico e informatico. Parto da un prodotto progettato in partenza semplicemente perché i tempi, i costi ed il periodo non permettono una progettazione da zero, ma come accade ogni anno molti ragazzi a fine attività rivedono integralmente il progetto riformulando una nuova proposta.


La robotica attrae sempre e prototipare piccoli robot affascina sempre i giovani studenti, pertanto ho modificato la prima versione del SumoRobot disegnato nello scorso anno scolastico, formulando una versione che potesse essere realizzata con semplicità e a costi molto bassi.
Tutti i miei studenti, di qualsiasi classe, ormai posseggono un kit Arduino con una buona dotazione di componentistica elettronica, pertanto le esercitazioni  in DaD non avvengono solamente usando simulatori, ma svolgendo praticamente loro a casa ed io a casa o a scuola le esercitazioni e allo stesso modo si opererà per l’attività di PCTO, fornendo un kit agli allievi.

Il kit consiste in un supporto di compensato da 4 mm tagliato a laser a scuola le cui parti verranno fissate utilizzando colla vinilica. Il controllo avviene mediante un Arduino Nano connesso ad una Sensor Shield V03 che permetterà agevolmente di connettere sensori e attuatori mediante semplici jumper evitando saldature.

I motori sono costituiti da due servomotori a rotazione continua, ciò consentirà di alimentare direttamente i motori dalla scheda Arduino evitando l’aggiunto di una ponte H per controllare i motori, azione che i ragazzi svolgeranno in altre esercitazioni. Due i sensori utilizzati sul robot: sensore ad ultrasuoni e sensori IR. L’alimentazione avverrà tramite una batteria da 9V. Il controllo dei movimenti del robot potrà avvenire anche remotamente via Bluetooth con Smartphone. Due gli elementi stampati in 3D, una ball caster in cui viene inserita una biglia di vetro e un supporto per il sensore ad ultrasuoni.

Durante la prima lezione gli allievi dovranno, seguendo il video allegato, assemblare tutte le parti, ricordando prima di ogni cosa di fissare la sensoristica e l’elettronica e successivamente procedere con l’incollaggio delle varie parti di compensato della struttura.

Per poter assemblare il robot bisognerà seguire il video allegato e le fotografie che seguono in cui sono evidenziate alcune parti.

E’ importante inoltre porre attenzione alla parte superiore di compensato che ha un orientamento specifico, seguire attentamente le indicazioni del video e delle fotografie.

A questa prima lezione allego la presentazione del progetto e i sorgenti grafici (pdf) in modo che anche altri colleghi o studenti possano duplicare e migliorare l’attività.

Nelle successive lezioni verranno mostrati i collegamenti elettrici delle varie parti e proposti alcuni sketch di esempio da cui partire per aggiungere le funzionalità richieste.

Presentazione del progetto.

Titolo del progetto: SumoRobot

Simulare la progettazione e la realizzazione da parte di un’azienda di un kit robotico per l’apprendimento del Coding e della Robotica per studenti della scuola media e primi due anni delle superiori.
Il Robot deve avere caratteristiche tali da poter essere impiegato in diverse tipologie di sperimentazioni didattiche:

  • evita ostacoli
  • segui linea
  • comando a distanza via Smartphone
  • modalità gara Sumo

Il kit dovrà essere corredato da:

  • Titolo Azienda
  • Titolo del prodotto (non deve essere quello dell’attività di PCTO) corredato da logo
  • Brochoure pubblicitaria
  • Manuale di istruzioni per il montaggio composto da: lista materiali e componenti, fasi di montaggio, il tutto arricchito con immagini e disegni tecnici
  • Manuale introduttivo alla programmazione con Arduino indirizzata alla programmazione del robot
  • Lista di sketch di esempi commentati e funzionanti da allegare al kit
  • Slide di presentazione del progetto
  • Sito internet di riferimento in cui raccogliere tutta la documentazione per il cliente

Note

  • Tutta la documentazione dovrà essere prodotta in lingua italiana ed inglese.
  • Il sito internet dovrà essere realizzato con Google Site e sarà visibile solo mediante account personale dello studente al gruppo di lavoro e ai docenti del Consiglio di Classe
  • Il diario di bordo dovrà essere prodotto con Google Documenti e dovrà collezionare l’attività svolta durante ogni giornata di lavoro
  • Nel diario di bordo bisognerà includere una sezione di “considerazioni personali” espresse da ogni singolo studente sull’attività svolta ed eventuali suggerimenti per il miglioramento del progetto.
  • La presentazione del prodotto dovrà essere realizzata con Google Presentazioni
  • Ogni fase costruttiva dovrà essere documentata in modo fotografico e con brevi video

Lista componenti

  • Sensore ultrasuoni HC-SR04
  • Sensor Shield per Arduino Uno Nano V3
  • Servomotori a rotazione continua 360° –  FS90R con ruote
  • Arduino Nano (originale o compatibile) nella versione compatibile che utilizza un convertitore da USB a Seriale tipo CH340G è indispensabile installare un driver specifico
  • Cavo di Alimentazione 9V con cavo jack maschio 2.1 X 5.5 mm
  • Batteria 9V
  • Jumper Femmina-Femmina

Orientamento delle varie parti della struttura del robot

Vista frontale del robot

Vista dal basso del robot, si notano i due sensori IR fissati con vite M3 da 12 mm

Blocco supporto sensore ultrasuoni mediante due viti M3 da 12 mm

I servomotori sono fissati alla struttura mediante due fascette stringicavo. Seguire l’orientamento dei servomotori così come indicato nelle immagini che seguono, i cavi di uscita dei servomotori devono essere rivolti verso l’esterno

Nell’immagine si nota in quali fessure far passare la fascetta stringicavo

La chiusura della fascetta deve avvenire nella parte inferiore del robot mantenendo il nodo di chiusura così come indicato nell’immagine

Le ruote vanno fissate al mozzo del motore mediante apposita vite

La scheda Sensor Shield V03 va fissata ai giunti esagonali mediante vite M3 da 10 mm

Nella prossima lezione vedremo come collegare le varie parti elettroniche ed inizieremo con la programmazione del robot.

Buon Making a tutti 🙂

Arduino – Utilizzo dell’LCD1602 Keypad Shield della Keyestudio

Questo post è dedicato ai miei allievi Paolo e Sami 🙂 della 3B Automazione, che amano i videogiochi platform a cui ho assegnato un’attività di PCTO in cui è richiesto appunto la progettazione di un gioco elettronico di tipo platform con Arduino.
A tal proposito, per ridurre i tempi di prototipazione verrà usato un LCD Keypad Shield della Keystudio, il tutto verrà poi inserito in un contenitore stampato in 3D, sempre progettato dai due studenti e che dovrà ricordare un Game Boy.

Per le specifiche tecniche della scheda seguire il link allegato, seguono alcune indicazioni  della scheda ricavati dalla pagina del prodotto ed alcuni link a risorse per la produzione di semplici videogiochi con Arduino.

La shield della Keyestudio integra su di esso un display  LCD 1602 e sei pulsanti ed si inserisce su qualdsiasi scheda Arduino UNO R3 compatibile. Il display può comunicare con la scheda Arduino in due modi: ad 8 bit o a 4 bit, la connessione predefinita del display è a 4 bit. Come riportato nell’immagine che segue, al di sotto del display sono presenti  5 pulsanti di controllo (Seleziona, Su, Giù, Sinistra, Destra) e un pulsante di reset, che è collegato direttamente al reset della scheda Arduino.

I 5 pulsanti sono collegati all’ingresso analogico A0, quindi potrete monitorare lo stato dei pulsanti utilizzando un solo ingresso analogico di Arduino. Attenzione però che potrete monitorare solamente la pressione di un pulsante alla volta, quaindi la pressione contemporanea di due o più pulsanti non potrà essere identificata. La shield è inoltre dotata di un trimmer che permette la regolazione della retroilluminazione dell’LCD.

Nel caso si abbia la necessità di utilizzare i restanti pin di Arduino, non utilizzati per il controllo del display, è possibile saldare sulla scheda pin passanti femmina.

Nello sketch che segue, modificato leggermente rispetto a quello usato da Keystudio, la pressione di ogni singolo pulsante, ad esclusione del reset, corrisponderà ad uno specifico valore restituito dall’analogRead sul pin A0, la pressione di ogni pulsante restituirà un valore numerico all’interno di un intervallo specificato, così come indicato nell’immagine precedente, ciò permetterà quindi di intercettare quale pulsante è stato premuto.
I valori dell’analogRead corrispondenti al pulsante premuto verranno visualizzati anche sulla SerialMonitor.

Nei commenti nel codice la spiegazione di ogni sezione.

/*
 * Prof. Michele Maffucci
 * Utilizzo dell'LCD Keypad Shield della Keystudio
 * Data: 08.02.2021
 */
 
// inclusione della libreria LiquidCrystal.h
#include <LiquidCrystal.h>

// inizializza la libreria con i numeri dei pin dell'interfaccia
LiquidCrystal lcd(8, 9, 4, 5, 6, 7);

void setup() {
  // impostazione del numero di colonne e righe del display
  lcd.begin(16, 2);
  Serial.begin(9600);
  // Stampa 5 puntini per dare la sensazione di avvio programma
  for (int i = 0; i < 4; i++) {
    lcd.print(".");
    delay(250);
  }
  // Posiziona il cursore in colonna 0 e riga 0
  lcd.setCursor(0, 0);
  // Stampa il messaggio
  lcd.print("Salve Mondo!");
}

void loop() {
  // Posiziona il cursore in colonna 0 e riga 0
  lcd.setCursor(0, 1);
  // Stampa il numero di secondi dall'avvio
  lcd.print(millis() / 1000);

  // Memorizza in val il valore presente su A0
  int val = analogRead(A0);

  // Stampa il valore di val sulla Serial Monitor
  Serial.println(val);

  // In funzione del pulsante premuto val assumerà valori diversi
  if (val >= 0 && val <= 50)
  {
    lcd.setCursor(5, 1);
    lcd.print("Destra  ");
  }
  else if (val >= 50 && val <= 150)
  {
    lcd.setCursor(5, 1);
    lcd.print("Su'     ");
  }
  else if (val >= 150 && val <= 300)
  {
    lcd.setCursor(5, 1);
    lcd.print("Giu'    ");
  }
  else if (val >= 300 && val <= 500)
  {
    lcd.setCursor(5, 1);
    lcd.print("Sinistra");
  }
  else if (val >= 500 && val <= 750)
  {
    lcd.setCursor(5, 1);
    lcd.print("Set     ");
  }
}

Di seguito alcuni link a giochi in cui viene sfruttato un l’LCD 1602 e in cui potreste utilizzata la shield della Keyestudio.

Nel caso in cui fosse necessario realizzare caratteri o icone personalizzate consultare: Disegnare caratteri personalizzati con Arduino per un LCD 16×2

Buon divertimento 🙂