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Calitri Sponz Festival 2013

Calitri Sponz Fest 2013

News dal mio paese…

Dal sito Calitri Sponz Fest

Calitri Sponz Fest è il primo Festival della musica da sposalizio che si terrà nella città di Calitri dal 28 al 30 agosto 2013.
Il matrimonio e’ il rito fondante della comunità e  l’obiettivo del Fest è quello di essere un’originaleoccasione di comunità per rinnovare e recuperare le tradizioni legate al rito più ancestrale: le nozze.

Musica, mostre, installazioni, momenti d’ incontro e di studio invaderanno e contamineranno a pieno la città di Calitri, luogo suggestivo e ricco di magia con uno dei centri storici più particolari d’Italia.

Sponz, viene da Sponzare, una parola vicino a sponsale , ma che viene da spugna.
Letteralmente significa imbeversi, inzupparsi , infradiciarsi
Questo termine viene usato per parlare del baccalà che viene venduto rigido e salato  e che per essere reso commestibile deve essere messo in  ammollo, deve appunto “sponzare” almeno tre giorni , cambiandogli spesso l’acqua. A quel punto, quando perde rigidità e salinità, diventa buono da mangiare.

Così vuole fare con “noi” lo Sponz Fest.

Per maggiori informazioni:

Spot Sponz Fest 2013

Momenti di creazione dei lenzuoli macchiati da parte delle donne del paese – Calitri Sponz Fest 2013

Il confessionale laico

Casa del Comune di Calitri
Casa del Comune di Calitri (AV)

Racconti brevi di una vacanza calitrana.

Il “confessionale laico” è il nome che riservo ad un luogo che concilia la meditazione: il barbiere.
Dal barbiere si instaurano relazioni, si pratica analisi di gruppo, è Il luogo dove puoi venire a conoscenza di tutto ció che è accaduto che accade e che accadrà in paese; dal barbiere passano tutti, parroco e sindaco compresi. Anche se manchi da un anno, in meno di un’ora, gli avventori, in attesa dell’opera dell’abile e paziente barbiere, mastro Giovanni, sono in grado di informarti su tutto: politica locale, amori, tradimenti ed ovviamente morti e nascite.
Il ticchettio continuo delle forbici e il fruscio delle foglie degli alberi della piazza fanno da mantra, un mantra meridionale, ad esso si aggiungono gli odori di quell’acqua di colonia che tanto mi ricorda mia nonno.
Lo shampoo non è solo una: “lavata di testa”, ma un massaggio che induce alla confessione di qualsiasi cosa, un momento di pace interiore in cui riesco a sopire il cervello pieno di pensieri e voci. Quando l’opera si conclude sul mio non più folto crino gli occhi a fatica si aprono e restano bloccati a metà altezza per qualche minuto, l’attimo di godimento cessa non appena comprendo che l’immagine da ebete che si riflette sullo specchio è la mia, esercitando un’incredibile forza sulla mi volontà mi obbligo ad aprire totalmente gli occhi, ma prima di riprendere totalmente conoscenza un pennello morbidissimo da barba intriso di sapone viene usato per preparare al taglio le basette, ogni carezza sprigiona un soffio sul mio viso al profumo di mentolo e le palpebre si riposizionano a metà altezza. Mentre l’opera dell’abile maestro va avanti in lontananza avverto lo strombazzare dei clacson che fanno da coro al matrimoni che si è appena celebrato nella vicina chiesa… per un’istante un capello mi vien tirato dalle forbici del barbiere, il pizzicore che avverto è la dissonanza che mi fa apprezzare ancor di più il momento, i più yogici direbbero il “quì ed ora”, “vivi l’attimo”, io più semplicemente dico: “godi come un riccio e non pensare ad altro”.
I gesti e il suono del dialetto ha un ritmo sincronizzato con il mio respiro e per un attimo ho l’impressione che tutto ciò che mi circonda è al posto giusto. L’opera si conclude con una delicata spennellata sul viso per far volar via i capelli tagliati che mi solleticano il naso ed una bella spruzzata di borotalco sul collo per sopire il leggero rossore provocato dal taglio con il rasoio. Un sospiro, un leggero stiracchiamento delle gambe, quasi che fosse un risveglio mattutino e poi l’atto dovuto per questa “terapia”, il pagamento a cui volentieri aggiungo una mancia. Esco dalla bottega, la luce intensa mi costringe a proteggermi gli occhi, pochi passi e mentre discendo per giungere in piazza inciampo su uno dei gradini, rialzo gli occhi e lo sguardo si posa su una lapide posta sull’ingresso principale del comune quella del mio trisavolo che con eroica impresa aveva donato la sua vita alla scienza. Un saluto al lontano parente e via… alla ricerca di altri attimi di pace…
…ma quanto è bello il Sud.
Colline calitrane

Colline calitrane

Pero Spaccone – Andretta Formicoso

In allegato la mappa di Google maps della zona del Formicoso.
 

Visualizzazione ingrandita della mappa

Se volete ulteriori informazioni sulla situazione della discarica vi consiglio di consultare il link che mi è stato lasciato su vocescuola.it di andrettaweb.wordpress.com

Nessuno tocchi il Formicoso

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Il 19 agosto scorso ho partecipato al concerto di Vinicio Capossela, una giornata stupenda, uniti per protestare contro lo scempio che si vuole realizzare con la discarica del Formicoso.

Di seguito vi riporto l’articolo che avevo scritto su vocescuola.it, inoltre ho aggiunto nella mia photogallery personale le foto che ho realizzato in quella giornata.

Dopo la scuola sto toccando con mano le decisioni scellerate di questo governo. Prima di partire per le vacanze avevo anche io quasi creduto al messaggio di un capo del governo che dichiarava: “abbiamo risolto l’emergenza dei rifiuti”, si è vero forse solo nei telegiornali, ma una passeggiata per la città vi farà comprendere che la crisi è enorme.
L’immondizia di Napoli sta compromettendo in modo gravissimo la vita di una grande fetta della Regione Campania, l’Irpinia terra martoriata da una falsa politica, paesi morenti a forte emigrazione, una terra che non si è mai più rialzata dal dopo terremoto.
Ieri ho partecipato al concerto del bravissimo Vinicio Capossela, che ha raccolto diecimila persone per dire no alla discarica dei veleni.
Il luogo suggestivo, l’altopiano del Formicoso, 900 metri sul livello del mare tra Andretta, Bisaccia Aquilonia e Calitri (i paesi più vicini) il concerto si è svolto sulla sommità dell’altopiano in un campo enorme, dove era stato appena mietuto il grano, tutto intorno, come giganti immobili gli enormi piloni delle pale eoliche, una luna piena bellissima ha illuminato tutta la serata.
Una fila lunghissima di gente di ogni età ha risalito a piedi l’altopiano per dire a gran voce “non ci uccidete”.
Che assurdità, la gente di queste terre non dice in assoluto no alle discariche ma chiede sistemi diversi come le discariche di compostaggio, si è ripetuto più volte: “ogni provincia gestisca i propri rifiuti, non possiamo pagare noi gli errori di Napoli!”
“Napoli non è la Campania!”
Nelle zone dell’Alta Irpinia si raggiunge più del 55% della raccolta differenziata e nel comune di Andretta si raggiunge il 70% uno dei più alti d’Italia e per “premiarla” proprio qui si vuole costruire una discarica che raccoglierà anche rifiuti chimici altamente tossici provenienti da Napoli e dalle industrie del nord.
L’Italia, Paese delle assurdità e di leggi inapplicate: esitono leggi che dicono in terre altamente sismiche non è possibile costruire nessuna discarica e queste zone sono tra le più a rischio e come sempre chi fa la legge va contro la legge.
In queste zone la terra è vita, grano, vigneti e ulivi ovunque. Da molti contadini del luogo ho raccolto la medesima testimonianza: “se costruiscono il grande buco la terra si avvelenerà e le nostre bestie moriranno, così come è successo per Ariano e Savignano, emigreremo come hanno fatto i nostri figli e queste terre saranno il primo deserto d’Italia”.
Tutti i piccoli comuni si sono schierati per esprimere il loro dissenso, il grande assente: il comune di Avellino.
Spero che la protesta di questa gente venga ascoltata e condivisa sempre di più, questa mattina tutti i giornali compresi Corriere della Sera, Repubblica (che negli scorsi giorni ha pubblicato altri articoli) e molti altri hanno dato voce alla gente di questi luoghi.
Dovreste vedere quanto sono belle queste terre!