Il prossimo 14 ottobre incominceranno i miei corsi Arduino presso l’agenzia di Formazione Immaginazione e lavoro di Torino. Circa 5 mesi di corso dove partendo da zero condurrò gli studenti ad affrontare problematiche tecniche che spaziano dall’automazione civile ed industriale alla robotica utilizzando tanta elettronica, informatica e dove fulcro di questa attività sarà Arduino su cui si svilupperà tutto il percorso didattico.
Il corso sarà una nuova occasione per rielaborare e mettere in pratica una nuova idea di intendere la didattica che è quello di rendere gli spazi scuola, l’aula e il laboratorio un tutt’uno, dei veri e propri Makerspace, in cui, spero, possa essere diffusa la cultura maker basata sulla condivisione della conoscenza, collaborazione nell’apprendere e costruire, dove l’obiettivo ultimo è quello di creare un gruppo classe che impara ad imparare, studenti appassionati ed autonomi (sogni da insegnanti… ma è bello provarci).
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25 settembre: inaugurazione di Opendot, un nuovo makerspace, una fucina di sperimentazione, innovazione e ricerca
Ricevo e volentieri pubblico la segnalazione che mi giunge da Opendot
Un makerspace, un fablab, un luogo d’incontro e di scambio, una fucina di sperimentazione, innovazione e ricerca. Opendot è la nuova realtà fondata da dotdotdot insieme a un network multidisciplinare unito dalla filosofia della collaborazione e condivisione di conoscenza
dotdotdot festeggia i suoi primi 10 anni trasformando una parte del proprio studio di Milano in un luogo aperto alla città, alle esigenze di aziende e professionisti del mondo del progetto, mettendo a disposizione competenze e sensibilità maturati in questi anni.
Opendot è uno spazio di progettazione e produzione dove design, tecnologie digitali e artigianato si fondono e dove modelli d’innovazione alternativi generano soluzioni per aziende, istituzioni e professionisti.
Ponendosi come punto di incontro tra nuove competenze e saperi tradizionali, Opendot intende innescare cambiamenti che vedono nell’opensource e nel know how tecnologico nuove opportunità di crescita a livello formativo, progettuale, produttivo e di ricerca. Opendot è un luogo del fare in cui strumenti innovativi e attrezzi tradizionali convivono. Un luogo di formazione in cui nuove competenze e saperi classici si fondono. Un luogo di ricerca in cui potenziali idee e funzioni consolidate si contagiano.
Opendot celebra la filosofia che accompagna dotdotdot: quella della collaborazione con le community di software, linguaggi di programmazione e di physical computing. Questo sapere condiviso ha permesso la crescita dello studio che punta da sempre su sperimentazione e ricerca. Alessandro Masserdotti, co-fondatore di dotdotdot, spiega la coerenza di questo percorso: “È stato naturale aprire un laboratorio di fabbricazione e prototipazione digitale, un centro di ricerca e sviluppo basato sui concetti di condivisione e collaborazione per condividere conoscenza e mezzi di produzione al fine di migliorare il risultato e il processo progettuale e produttivo”.
Opendot progetta design table e hackathon per aziende, organizza talk, workshop formativi di differenti livelli di complessità e campi progettuali, come il design, l’interaction design, il food design, l’architettura e la moda.
Opendot è uno spazio aperto a tutti. Attraverso una formazione ‘learning by doing’ si vogliono dare gli strumenti necessari perché ognuno sia in grado di diventare autonomo lasciando spazio alla propria libertà di espressione creativa.
Il coordinatore è Enrico Bassi, designer e già coordinatore del primo fablab aperto in Italia, a Torino.
Il makerspace è suddiviso in diverse aree di lavoro: falegnameria, prototipazione rapida, elettronica, tessile, cucina. Per accedervi, partecipare alle attività di formazione e usufruire dei macchinari è necessario entrare a far parte della community di Opendot, scegliendo il tesseramento più adatto alle proprie esigenze.
Il makerspace mette a disposizione diverse macchine come la laser cutter Spirit GLS, la Ultimaker 3d printer, la Reprap Prusa 3d printer, la Vynil cutter GX24 e la stampante DW020X di DWS. Maurizio Costabeber, General Manager dell’azienda vicentina DWS, partnership strategica della nuova realtà milanese, spiega così le relazioni con il territorio: “Per DWS è molto importante prestare attenzione all’eccellenza italiana e internazionale: un’azienda è parte integrante del territorio sociale, culturale, economico che la ospita e può decidere se sottovalutarlo o valorizzarlo. Le sinergie tra pubblico e privato, tra l’Università e l’azienda, tra l’azienda e il territorio, giocano un ruolo fondamentale nell’innalzamento del tasso di crescita culturale dell’intero Paese: azienda non vuol dire solo lavoro e profitto, ma anche crescita e sviluppo culturale e sociale. E oggi il 3D printing rappresenta una nuova realtà per l’economia internazionale”.
Opendot si distingue per i servizi offerti ad aziende, istituzioni, scuole e privati volti alla ricerca e allo sviluppo. Un’esigenza molto sentita da parte dello studio dotdotdot che dando avvio a questa nuova avventura festeggia i suoi primi 10 anni: “Crediamo sia importante per un’azienda aprirsi al mondo della ricerca inglobando figure professionali, dinamiche di produzione di idee e metodi di prototipazione, che concepiscano la sperimentazione e la condivisione come base per lo sviluppo e l’innovazione. Per poter accelerare la spinta all’innovazione delle aziende riteniamo necessario inserirsi in una visione che contempli nuovi metodi di approccio progettuale e di ricerca allargata, con l’apertura alle community open source, in modo da poter attingere a risorse esterne sempre nuove, innovative e implementabili”.
La giornata di inaugurazione in programma il 25 settembre 2014 è emblematica dell’approccio di condivisione che caratterizza Opendot, grazie al coinvolgimento attivo e alla sentita partecipazione di alcuni partner come Tour de Fork e I Tradizionali. Azienda creativa specializzata in nuove forme di presentazione e fruizione del cibo basata a Milano e Londra, Tour de Fork presenta Food Factory, un evento interattivo all’interno del quale gestualità e attrezzi da officina vengono riproposti in chiave culinaria.
Gli ospiti sono invitati a ‘sporcarsi’ le mani in puro stile fablab con utensili tagliati a laser e progettati ad hoc per offrire nuovi modi di gustare il cibo. I tattoo recipes I Tradizionali – editati per l’occasione – illustrano la ricetta e il processo ideati da Tour de Fork. I tatuaggi enfatizzano il gesto di ‘rimboccarsi le maniche’ mentre si cucina e aiuta a ricordare i passaggi della preparazione.
Partner
DWS
Si ringrazia
32viedeibirrai
Pijama sound system
TourDeFork
I Tradizionali
Inaugurazione: 25 settembre 2014
Press preview: 14-18
Opening: 18-22
Via Tertulliano 70, Milano
info@opendotlab.it
www.opendotlab.it
www.dotdotdot.it
+39 02 36519890
Volete creare un makerspace? Un manuale che vi spiega come fare
Questo articolo nasce come sempre dalle mail che mi sono giunte negli scorsi giorni….
I makerspace sono comunità “reali” centrate sul fare e costruire, in maniera più semplice delle officine “open source” dove gli associati condividono le proprie esperienze e competenze, dove possono essere usati strumenti ed attrezzature che potreste ritrovare ad esempio in un’officina meccanica, strumenti che comunemente non si posseggono: frese, macchine a taglio laser, stampanti 3D, ma anche utensili comuni, tutti oggetti che molto spesso non si potrebbe possedere da soli perché costosi.
Insomma luoghi dove poter dare forma ai propri progetti.
Ciò che ho descritto non è altro che un FabLab, a me piace definirli “Officine creative e di condivisione” ecco perché da qualche tempo anche io faccio parte del FabLab di Torino.
mentre scrivo penso…
… il tutto vagamente mi ricorda una scuola professionale, con la differenza che gli “associati” non sono abituati a pensare positivo…
Ma come realizzare un makerspace?
Negli Stati Uniti ad esempio i makerspace molto spesso sono costituiti da piccoli gruppi di persone che condividono la propria strumentazione, ma anche associazioni no profit, scuole, università, biblioteche e tutti hanno come scopo principale quello di fornire l’accesso alle attrezzature e alla formazione.
Makerspace, i FabLab, le officine “open”, scuola aperta alla comunità (quanto mi piacerebbe) rappresentano la democratizzazione del design, dell’ingegneria, della fabbricazione e dell’istruzione. Si tratta di un fenomeno che sono certo, in questo periodo di rinascita (spero) economica, avrà grandissimo sviluppo e se ci si riflette un attimo più che una moda è una filosofia di lavoro e di apprendimento che molto ricorda il terziario italiano di qualche decennio fa.
Ma perché questo impulso nel scrivere queste poche righe, semplicemente perché mì è stato chiesto:
“mi spieghi come si realizza un FabLab?”
“ma quali dovrebbero essere gli strumenti del Maker elettronico?”
“realizziamo qualcosa insieme per costruire un luogo di sperimentazione?”
“sono un insegnante di tecnologia di scuola media e vorrei qualche suggerimento per creare una piccola officina per i miei allievi, puoi aiutarmi?”
…
lusingato, ma non sono così preparato nel fornire tutte queste risposte, comprenderete che si tratta di progetti, tutti stupendi, che richiedono parecchio studio e vi confido che nel mio piccolo sto pensando alla mia “scuola del fare e costruire” (non è uno slogan politico) 🙂
Ma poiché desidero dare comunque una risposta, anche se non esaustiva per tutti, suggerisco come fase preliminare di progetto per la realizzazione di un entità di sperimentazione la lettura della guida che potete trovare su makerspace.com:
“Makerspace Playbook – School Edition“, potete richiederlo gratuitamente via e-mail.
Questo l’indice del manuale:
Contents:
1. Beginnings: what we’re doing and why; origins of the Maker movement
2. Places: making a space more conducive to a community that makes together
3. Tools & Materials: inventory, budgets, and strategies (see also High School Makerspace Tools & Materials: a companion document detailing the uses and costs of a fully stocked inventory for an in-school Makerspace.)
4. Safety: planning for safety, signage, and common rules
5. Roles: what teachers, students, shop managers, and mentors do in a Makerspace
6. Practices: pedagogical approaches experienced makers use to support emerging makers
7. A Year of Making: teacher Aaron Vanderwerff describes his experience making with students
8. Projects: guiding novice makers as they build their skill set; sources for projects
9. Startup: nuts and bolts of getting involved with the Makerspace network
10. Documenting: sharing projects … and the stories behind their making
11. Snapshots: four school-based Makerspaces in action
12. Resources: helpful lists, forms, and templates
Alcuni risorse da consultare:
- The International Fab Lab Association – How to start one
- How to Build a FabLab
- fab foundation
- 10 Things To Do When Starting a Fab Lab
Un caro saluto.