Grandissimo successo del convegno, che mi ha visto tra i relatori, svoltosi il 12 febbraio presso l’IPIA Galilei.
Il mio grazie va a tutti coloro che hanno partecipato.
Un ringraziamento particolare va a:
Giovanna Pentenero
Assessore all’istruzione e alla Formazione Professionale della Regione Piemonte
Umberto D’Ottavio
Assessore alla Formazione e all‘Istruzione della Provincia di Torino
USR del Piemonte
rappresentato dall’Ispettore Alessandro Militerno
E a tutti i Presidi che hanno dimostrato, anche con i loro interventi, il fortissimo interesse per la robotica applicata alla didattica.
Ormai sono pienamente coinvolto nell’iniziativa della RoboCup JR che mi vedrà impegnato con gli studenti delle mie classi per i prossimi tre mesi.
Grandissima voglia di fare da parte dei miei studenti era da tempo che non vedevo ragazzi così motivati, pare che non spaventi la programmazione e il poco tempo (a maggio le gare nazionali)… vedremo.
Negli ultimi giorni si sono intensificate le iscrizioni alle gare e molte sono state le richieste di scuole per entrare a far parte della rete.
Il convegno del 12 febbraio scorso ha suscitato grandissimo interesse, moltissimo da costruire (non solo i robot) ma una nuova didattica basata sul “fare”.
Dalla mio intervento del 12 febbraio:
…E’ noto a tutti che i dati OCSE-PISA affermano che i nostri allievi hanno forti carenze matematiche/logiche e questa situazione impone una riflessione.
Il mio compito, prima che insegnare è trovare una metodologia adatta per far fronte al deficit formativo degli allievi. Il reale e il concreto che abbiamo sperimentato durante le esperienze di robotica affascina e attrae perché rientra nella possibilità di rendere immediatamente spendibile le aquisizioni teoriche e trasforma l’aula, piena di parole in laboratori, luogo di sperimentazione luogo del fare…
Gli studenti apprendono più facilmente e rapidamente se hanno a che fare “col concreto”.
Sarebbe ben diverso se si trovassero ad operare con gli astrattismi matematici e lavagnate di formule, non perché le formule non siano importanti ma queste devono nascere come naturale conseguenza della sperimentazione…
E’ necessario allora che l’alunno sappia che costruendo il suo prototipo in realtà sta facendo matematica, fisica, elettronica, elettrotecnica, meccanica e basta che di ciò l’insegnante ne sia consapevole in modo tale che al momento giusto dovrà e saprà evidenziare lo specifico della disciplina nascosta dentro l’attività che sta nel costruire…
Tutto ciò impone un grandissimo sforzo, fortunatamente esiste una rete di scuole, che parteciperà alla nascita di un nuovo modo di trasmettere conoscenza.