Qualche settimana fa…
Mannaggia fare questo mestiere è complicato, la giornata sarà ancora lunga, terminerà solo questa sera dopo la riunione con le famiglie…
ora mi prendo 10 minuti di pausa, è intervallo, mi chiudo in laboratorio di sistemi elettronici alla ricerca di un momento yogico, ma il frastuono degli allievi che chiacchierano a gran voce in corridoio non mi permette la “ricarica” completa.
Con la matita pasticcio su un foglio di carta millimetrata, ad un certo punto un frastuono mi fa sobbalzare dalla sedia, è la porta del laboratorio aperta malamente da un allievo che mi dice:
Allievo: “Vabbè Prof. poteva dircelo!”
Io: “Marco! La parola magicaaaa?”
Allievo: “Buooongioorno Proooof”
Io: “Marco il Prof. è un po’ scombussolato, tenta di far la dieta è in carenza di zuccheri ha dormito poco…. eeee sta cercando unaaa soluzione!”
Allievo: “Cosa Prof???
Aaaa ok ho capito!
Sta scarabocchiando sui nostri disegni, ci vuole fregare!
Si sta inventando una di quelle robe elettroniche per farci venire voglia di studiare…
vabbè vabbè Prof.! Volevo solo sapere perché non porta anche noi di seconda alla mostra Lego, porta tutti gli altri e a noi non ha detto nulla!
Vogliamo usare anche noi i robottini!”
Io: “Marco! Porta pazienza ma anche il tuo Prof. dimentica!”
Allievo: “Ok ok ok ho capito l’età si fa sentire!”
Io: “Marco tu sai che gestisco il registro elettronico, vuoi mica che tutti i tuoi voti diventino bit disordinati persi nel Matrix?”
Allievo: “Magari Prof.! Scomparirebbero i 4 di mate!”
…volevo dirle… allora… noi veniamo con lei,
siamo in quattro,
e se vuole diamo anche una mano a fare orientamento scolastico,
insomma lei ci porta alla mostra e noi la ripaghiamo facendo orientamento”
Io: ”Marco ma questa cosa si chiama estorsione! 🙂
ok ok dai vi porto”
E’ sera…
torni a casa correggi i disegni e ritrovi lo scarabocchio,
ma a cosa stavo pensando?
Pensavo agli “oggetti faro”.
Te le devi inventar tutte per far studiare gli allievi.
Cos’é “l’oggetto faro”?
Il progetto che vi condivido è quello di un piccolo e semplice braccio robot, che sarà inserito all’interno di un percorso più ampio di Coding in cui si utilizza sia di BBC micro:bit che di Arduino, l’attività sarà svolta tra qualche mese.
Durante i corsi mi capita che studenti appassionati chiedano di realizzare progetti che pregiudicano competenze ancora non acquisite ed il rischio è che lo studio inizia con gran voglia di fare e subito dopo sopraggiunge affanno perché non si riesce a gestire la complessità degli argomenti trattati.
Ecco che il metodo degli “oggetti faro” può venirci in aiuto.
Ma di cosa si tratta?
E’ una strategia che probabilmente con altri nomi già viene attuata da altri colleghi, a me piace chiamarla in questo modo e in sostanza mi permette, costruendo “oggetti faro” di far percepire allo studente la direzione in cui si sta andando e durante l’attività di formazione mi permette di mantenere vivo l’interesse anche se la complessità aumenta nel tempo.
“Professore voglio progettare un braccio robot che possa sollevare almeno 1 kg e che abbia 6 gradi di libertà, ma non voglio copiarlo on-line, ma voglio progettarlo io, ho visto che sta usando micro:bit, ritiene che debba usare questa scheda oppure e meglio usare Arduino? Mi spiega come fare?
A Prof. non so molto di meccanica e di elettronica se compro tutto e porto a scuola mi spiega?”
Se la richiesta viene da un allievo di prima superiore, l’attività può diventare un po’ complessa da gestire 🙂
Tornando agli “oggetti faro”, RobotArm:bit è uno di questi.
Arriverà un momento in cui l’allievo mi chiederà di non giocare più con la matrice di LED del micro:bit, ma vorrà incominciare a movimentare oggetti e dopo aver spiegato come gestire ad esempio un servo con micro:bit gli si spiega come usarne due insieme, poi come usarne tre e poi come pilotare i tre servo a distanza con un altro micro:bit e poiché bisogna dare delle risposte all’allievo citato prima, si aggiunge l’esercitazione con “l’oggetto faro” realizzato in modo molto elementare ed espandibile…
A questo punto si attua una strategia project learning breve che ha come punto di partenza “l’oggetto faro” RobotArm:bit per esempio. Cosa può succedere?
Nella mente del ragazzo nascono nuove idee:
“Prof. disegno una versione più grande e la stampiamo a scuola, quali software devo imparare ad usare? Lo faccio io da solo a casa!”
Quindi nuovi breanch si aprono e gli studenti portano ad esplorare in autonomia nuovi argomenti, tutto questo mi permette di insegnare ad esplorare, è una semplice strategia che serve per far nascere passioni.
Però bisogna proseguire con il corso.
Nuovi contenuti nuove sperimentazioni per giungere “all’oggetto faro” successivo, ad esempio un WalkerBot:bit e così di seguito.
Insomma un percorso intervallato da milestones (punti di riferimento) costituiti da “oggetti faro” su cui attuo del project learning da cui cerco di far nascere branch creativi gestiti in modo indipendente da parte dello studente.
Come realizzare RobotArm:bit?
Se avete necessità di realizzare RobotArm:bit vi rimando su Thingiverse dove potrete prelevare i sorgenti grafici per la stampa 3D, di seguito invece una sequenza fotografica che mostra i passi di costruzione, alla fine di questo post trovate video e link al programma di test realizzato con il JavaScript Blocks editor, è molto semplice e mi permette di selezionare tre movimenti.
Le leve collegate ai servo devono essere incollate alle parti stampate in 3D, ovviamente se desiderate potete utilizzare delle viti.
4 oggetti
Inserimento del primo servo
Incollare le leve con i giunti da collegare all’albero di ciascun servomotore
Fissare i servomotori con le viti in dotazione
Unire ogni parte
Per la stampa si poteva fare di meglio… ma vabbè lascio a voi i miglioramenti.
Se avete bisogno del codice per realizzare i medesimi movimenti del video seguite il link.